L’ombra di Mafia capitale sulla conca
CORTINA. «La Regina delle Dolomiti pronta a collaborare a qualsiasi livello con gli inquirenti».
Dopo la pubblicazione di alcune intercettazioni, nell'ambito dell'inchiesta sulla mafia romana, che indicano Cortina come uno dei luoghi dove si potrebbero coprire traffici illeciti con false fatturazioni, interviene il sindaco Andrea Franceschi che dichiara: «Se qui ci sono fiancheggiatori della mafia romana che vengano neutralizzati senza pietà».
Il nome di Cortina è emerso nella giornata in cui il procuratore Giuseppe Pignatone ha spiegato all'Antimafia che l'indagine denominata “Mafia Capitale”, coi suoi collegamenti politici a tutti i livelli, non è destinata a fermarsi. Anzi.
È il principale indagato, Massimo Carminati, che in una intercettazione fa intendere che la Regina delle Dolomiti sia una sorta di Eldorado del riciclaggio. Il colloquio intercettato dagli investigatori si colloca nel contesto dell’approvvigionamento di armi che avrebbe garantito a Carminati un discreto arsenale. Dalle intercettazioni telefoniche risulta che Carminati disse che le pistole venivano comprate nei dintorni di Cortina. Dove puoi «fare tutte le fatture del mondo». Dice Carminati: «lì alcuni dei fornitori suoi vanno in ferie su a Cortina hai capito?.. e questi gli portano tutte... le fatture... del mondo».
Franceschi si mette dalla parte degli inquirenti. «Siamo pronti», dice, «a collaborare a qualsiasi livello e con ogni strumento a nostra disposizione per favorire le indagini della magistratura romana: se esistono a Cortina dei fiancheggiatori dell'organizzazione criminale recentemente scoperta nella capitale, questi devono essere scoperti e neutralizzati senza nessuna pietà. Non è il primo passo della Regina delle Dolomiti per allontanare da sé i circoli di potere legati al sottobosco politico-mafioso della capitale. Da anni, Cortina si è liberata del codazzo di politici, faccendieri e peggio che stava usurpando la sua visibilità utilizzandola come una passerella per la rappresentazione autoreferenziale di un mondo che ci è completamente alieno. Abbiamo messo in chiaro che questa è una località di montagna dedicata alla natura, all'arte e alla buona cultura. Lontana perciò, dal cattivo gusto, dallo sfoggio e dal malcostume. Oggi riaffermiamo che Cortina non vuole avere nulla a che fare con collusioni e clientelismo. Se sono sopravvissute, anche nel nostro territorio, sponde con il malaffare nato dall'intreccio tra politica, crimine e affari, noi siamo i primi a voler spezzare questi legami. La magistratura», conclude, «indaghi e vada fino in fondo sapendo di poter contare sulla nostra massima collaborazione».
Nel frattempo la procura della Repubblica di Belluno ha deciso di approfondire quanto emerso con la probabile apertura di un’indagine. (a.s.)
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