Longarone, crisi Diab, riaperto il tavolo della trattativa

Sotto la regia regionale, sindacati e azienda di Longarone sono tornati a discutere di reindustrializzazione e  ammortizzatori sociali

In foto la Diab l'azienda di Longarone, dove Antonio Soccol lavorava come tecnico della sicurezza
In foto la Diab l'azienda di Longarone, dove Antonio Soccol lavorava come tecnico della sicurezza

LONGARONE. Crisi alla Diab, riparte il confronto fra le parti. Questo il risultato dell’incontro svoltosi oggi, martedì 19 aprile, in Regione tra sindacati e azienda longaronese in merito alla chiusura della produzione di pannelli in Pvc con la messa in mobilità di 185 lavoratori. <Con grande senso di responsabilità, è stata valutata la necessità di tornare a perseguire l’obiettivo di raggiungere un accordo nell’interesse dei lavoratori e della realtà produttiva>, dice una nota della Regione dove si è svolto, coordinato e gestito dall’Unità di Crisi aziendali della Regione del Veneto, un incontro relativo alla situazione della Diab di Longarone, azienda di proprietà di un gruppo svedese che produce materiali plastici in Pet e Pvc che occupa attualmente circa 240 lavoratori.

All’incontro hanno partecipato la rappresentanza aziendale, assistita da Confindustria Belluno e dai propri legali, i rappresentanti provinciali delle organizzazioni sindacali territoriali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e le Rsu aziendali.

Si torna a sperare quindi nella fabbrica che da oltre un mese ha annunciato i 185 esuberi derivanti dalla decisione di chiudere la produzione in Pvc. Il 14 aprile scorso, in Regione la trattativa si era bruscamente interrotta perché la proprietà aveva avanzato l’intenzione di mettere in mobilità i 185 lavoratori impiegati nella produzione di Pvc. Una decisione che era stata rigettata dai sindacati che avevano subito organizzato una manifestazione di protesta davanti allo stabilimento.

Oggi, grazie all’intermediazione della Regione, si è riusciti a ricucire lo strappo e a continuare la trattativa nelle due direzioni fin da subito individuate: da una parte avviare il percorso tramite un advisor  per trovare un acquirente del ramo di azienda che possa reindustrializzare il sito e dall’altra trovare una soluzione, trmite degli ammortizzatori sociali,  per i lavoratori che rischiano il posto.

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