Longarone, emergono reperti archeologici: fermo per due mesi il cantiere sulla 51
Inviperiti i residenti per i disagi e i commercianti per le perdite
Il titolare del bar alla stazione minaccia di chiudere e licenziare
LONGARONE. Monta l’esasperazione per i tempi sempre più lunghi dei lavori lungo l’Alemagna nel Longaronese. Nuovi intoppi, dovuti questa volta a ritrovamenti archeologi, stanno fermando completamente i cantieri ormai da diversi giorni; e cittadini ed esercenti sono stremati per i disagi. A Castellavazzo non si contano le problematiche intercorse in questi anni di deviazione della strada verso la zona bassa di Longarone (deviazione che andrà avanti almeno fino a fine anno) tra ditte che vengono sostitute perché colpite dagli aumenti dei costi dei materiali ma non solo, navigatori gps errati che portano camion e auto nel mezzo del paese e traffico e tempi di percorrenza allungati anche per muoversi all’interno del Comune.
In questi giorni una nuova “tegola”: sono stati trovati infatti alcuni reperti archeologici in località Crosta, all’ingresso di Castellavazzo, dove c’era il cantiere per il sottopasso e poi per il ponte della ferrovia. La sopraintendenza ha quindi fatto fermare immediatamente i cantieri, probabilmente fino ad inizio agosto, in un’area che anche in passato è stata più volte attenzionata per lo stesso motivo quando ci sono stati lavori stradali negli scorsi decenni. I cittadini protestato.
«Noi di Castellavazzo siamo allo stremo», dice l’autista Emidio Valmassoni, «in questi due anni ci sono stati intoppi a ripetizione che non hanno fatto altro che rallentare i cantieri e quindi il persistere di questa viabilità deviata che ci fa perdere tempo e benzina e che ci rende prigionieri in casa quando c’è molto traffico. Adesso le ditte sono nuovamente ferme per via dello stop dovuto agli scavi. Capiscono valorizzare i reperti archeologici, però i mesi passano e le problematiche non fanno altro che allungarsi».
Anche gli esercenti che lavirano lungo l’Alemagna sono allo stremo.
«Non ne possiamo più, siamo ormai a rischio chiusura», dice senza mezzi termini Ernesto Losso, titolare del bar alla stazione, «i nostri incassi sono calati di più del 50% visto che circa il 70% dei clienti erano persone che andavano verso del Cadore e che ora sono nuovamente deviati per la parte bassa di Longarone. La situazione va avanti da troppo tempo e non si vede una fine, solo un rinvio dopo l’altro. Io ho tre dipendenti che sono al momento a casa e rischiano il licenziamento se si va avanti così; in più devo pagare ingenti tasse e tra poco pure il rinnovo delle licenze. Noi siamo probabilmente i più colpiti perché il bar è proprio lungo l’Alemagna nel lato “chiuso”. Abbiamo provato a parlare con il Comune: le pec non hanno avuto risposte e dai colloqui diretti con il sindaco è emerso che è Anas che controlla i cantieri e che il Comune ha in sostanza le mani legate. Capisco che i lavori e le procedure abbiano delle tempistiche lunghe; ma non è possibile che, per sistemare 1km e mezzo di strada, ci vogliono anni con disagi gravissimi anche per chi ha attività produttive».
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