Longarone. Il parroco registra Gesù all’anagrafe

Don Gabriele Bernardi s’è presentato all’anagrafe comunale per l’atto formale. Il sindaco Padrin ha sottoscritto
LONGARONE - L'ARRIVO DEL NUOVO PARROCO DON GABRIELE BERNARDI
LONGARONE - L'ARRIVO DEL NUOVO PARROCO DON GABRIELE BERNARDI

LONGARONE All’ufficio anagrafe di Longarone devono aver sgranato gli occhi quando hanno visto arrivare don Gabriele Bernardi con una richiesta tanto singolare: il parroco era lì per registrare ufficialmente la nascita di Gesù. D’altra parte, avranno pensato, non c’è nulla di strano: si sa che il pargoletto è venuto al mondo nella notte del 25 dicembre. Per di più, proprio come duemila anni fa, siamo in tempi di censimento della popolazione. Se si tiene poi conto del fatto che nel documento di nascita non è previsto l’inserimento né della paternità né della maternità del neonato, allora la cosa assume contorni ancora più verosimili. Così gli impiegati sono corsi a chiamare il sindaco, perché ponesse firma ed ufficialità all’atto. E alla fine Gesù bambino è stato registrato all’anagrafe di Longarone; data di nascita: 25 dicembre.

«L’idea mi è venuta pensando proprio al censimento dell’Istat» spiega don Bernardi «duemila anni fa l’impero romano stava eseguendo la stessa operazione, e la vicenda della nascita di Cristo si inserisce in quel contesto. La richiesta del certificato ha un valore puramente educativo. Mi serviva per farlo vedere ai ragazzini del catechismo. Una prova per spiegare loro che Gesù è nato veramente per essere un uomo in mezzo agli uomini, e che vive in mezzo a noi qui a Longarone. Anche lui è stato un bambino come loro, e quindi come tutti ha il suo atto di nascita».

Da parte sua, il sindaco Padrin non ha avuto problemi a sottoscrivere il documento: «Quando don Gabriele mi ha spiegato il motivo della sua richiesta ho accettato immediatamente. È stata una piacevole sorpresa, che ho condiviso con gioia». Il documento è servito al suo scopo ed ora è custodito negli archivi della parrocchia di Longarone. «I bambini devono diventare il centro del nostro pensare al futuro» ha detto il parroco durante la messa di Natale «Abbiamo il dovere di proteggerli ed amarli. Dobbiamo scommettere su di loro, investire le nostre forze sulla loro crescita: sono la ricchezza della nostra vita che si rinnova, sono motivo di speranza, e come cristiani dobbiamo fondare questa ricchezza su Gesù». Una sorta di augurio alla comunità in questo periodo natalizio: guardare avanti per costruire un clima sociale nuovo, rivolto al futuro, con al centro le persone che lo vivranno. Michele Giacomel

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