Longarone: «Qui ci sarà la Silicon Valley dell’occhiale»
Il taglio del nastro da parte dell’assessore regionale Elena Donazzan ha sancito ieri la nascita ufficiale del Politecnico internazionale dell’occhiale. Un progetto fortemente voluto da Luigino Boito, presidente di Certottica, il quale lo ha comunque presentato come un punto di partenza, non certo di arrivo. «A 150 anni dalla nascita in Cadore dell’occhialeria italiana», ha esordito Boito, «oggi si realizza un obiettivo importante: dare il giusto riconoscimento e dignità a questa storia con la realizzazione del Politecnico Internazionale dell’Occhiale».
Si tratta di un contenitore di proposte formative per l’occhialeria in un momento in cui, dopo la sbornia della globalizzazione, si torna a parlare della qualità del made in Italy come presupposto fondamentale per conquistare i mercati internazionali e ribadire una leadership mondiale nel mondo degli occhiali. E se questa leadership viene confermata dal punto di vista della produzione (con i big che gravitano ancora nel distretto), adesso è tempo di renderla esplicita pure nell’ambito della formazione. Anche perché più di vent’anni di globalizzazione hanno fatto smarrire buona parte del patrimonio di manualità, artigianalità e creatività che aveva contraddistinto le aziende del Cadore.
«Il termine politecnico», ha detto ancora Boito, «dà l’idea della varietà dei servizi formativi riservati al settore occhialeria, un incubatore che può continuare ad arricchirsi di esperienze e servizi specialistici per le aziende del settore. E questo è un primo passo per concretizzare il più ampio progetto della costruzione di un Polo di alta formazione che era stato predesignato dalla Confindustria di Belluno negli anni 90 come la Cittadella dell’Occhiale».
Passo significativo, importante, potente, «ma non sufficiente», ha poi sottolineato il presidente di Certottica, «se a fianco non si risolve il problema dell’accoglienza e della logistica. E questo è il compito prioritario della politica».
Pieno il sostegno di Elena Donazzan, assessore regionale alla formazione, che ha parlato di «grande giornata, con in platea i volti che rappresentano l’occhiale» e ha sottolineato la necessità di un percorso di alta formazione. «Con tutta la nostra forza abbiamo voluto che la sede fosse qui», ha detto l’assessore, «pur consapevoli dei problemi logistici, di servizi e di collegamenti. Ricordo ancora quando anni fa Luigino Boito venne a dirmi che, senza una collaborazione forte, c’era il rischio concreto che i cinesi acquisissero Certottica. Capite che tipo di rischio avremmo corso nel dare in mano alla Cina l’unico centro mondiale di certificazione dell’occhiale? Invece siamo riusciti non solo a mantenerla qui, ma anche a raggiungere risultati spesso insperati e che vogliamo ulteriormente incrementare, per fare del distretto bellunese la Silicon Valley dell’occhiale».
«Voglio sottolineare l’importanza che la formazione riveste per tutte le aziende del settore», ha poi sostenuto Giovanni Vitaloni, presidente di Anfao. «L’occhialeria è un settore in cui ricerca e tecnologia applicata, rispetto delle normative per la salute e sicurezza si uniscono al valore aggiunto della moda e del design. Per questo è necessario disporre di figure professionali adeguatamente formate, che sappiano coniugare diversi fattori di successo: sensibilità per il gusto estetico, design, stile, competenza tecnica di progettazione, di processo produttivo, di conoscenza dei materiali». —
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