L’operaio si fa male: assolto il direttore
MEL. Un braccio imprigionato nella pressa. Prognosi superiore ai 40 giorni per un attrezzista scambista dell’allora Acc di Mel vittima del grave infortunio sul lavoro, ma assoluzione perché il fatto non costituisce reato all’allora direttore dello stabilimento Rudolf Langerwisch, che era a processo per lesioni personali aggravate dalla violazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro.
Mentre il pubblico ministero Pesco aveva ritenuto provata la sua penale responsabilità e chiesto una condanna a sei mesi di reclusione, anche sulla base di un precedente patteggiamento, perché non aveva fatto predisporre un meccanismo utile a evitare problemi quando l’aria del macchinario non si scaricava, l’avvocato difensore vicentino Merlin ha demolito l’accusa, puntando sulla deposizione dell’ispettore dello Spisal.
L’uomo che ha guidato le indagini, su delega della procura della Repubblica, è un perito e non un ingegnere, di conseguenza non ha chiarito molto, durante la sua deposizione, anzi è andato in grossa difficoltà sulle domande architettate dall’avvocato. Le sue dichiarazioni sono state definite «imbarazzanti più per noi che per lui». Il giudice Berletti si è chiuso in una camera di consiglio piuttosto breve, uscendone proprio con una sentenza di assoluzione richiesta.
L’operaio non si era costituito parte civile, pur non avendo ricevuto alcun risarcimento danni, che in ogni caso non avrebbe avuto alla fine del processo. Era stato indubbiamente più efficace del tecnico del Servizio prevenzione igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro. Quel 18 marzo 2013 nevicava e capitava che mancasse la luce, anche se per pochi istanti: «La macchina era andata in tilt» e gli aveva imprigionato il braccio sinistro. (g.s.)
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