«L’operazione dà fastidio a qualcuno»
AGORDO. «Sapevamo che ci sarebbe stato un ricorso, noi però siamo tranquilli e ci affidiamo ai giudici. È piuttosto evidente che questa operazione dà fastidio a qualcuno». A dirlo è il presidente dell’Unione montana agordina, Fabio Luchetta. Lo fa all’indomani della notizia del ricorso al Tar presentato da Savno (la società che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti nei 44 comuni trevigiani che fanno parte del consiglio di Bacino Sinistra Piave) contro l’Um Agordina, il Comune di Sedico, il consiglio di Bacino Priula, Valpe ambiente Srl, Contarina Spa e il consiglio di Bacino Dolomiti.
In ballo c’è l’operazione che ha portato l’Uma ad acquisire delle quote di Valpe e ad affidare a questa il servizio di raccolta dei rifiuti nei sedici comuni della vallata. Savno chiede l’annullamento della delibera dell’Uma con la quale è stato affidato il servizio a Valpe; l’annullamento di tutti gli atti connessi e conseguenti a questa delibera; di dichiarare l’inefficacia e/o l’annullamento/risoluzione del contratto di servizio sottoscritto dall’Uma con Valpe, dell’accordo di cooperazione intercorso fra l’Uma, il consiglio di bacino Priula, il Comune di Sedico, Valpe e Contarina; del contratto di service eventualmente sottoscritto da Valpe con Contarina in esecuzione dell’accordo di cooperazione; il risarcimento del danno subito, «consistente nella perdita di una concreta chance di aggiudicazione del servizio ove lo stesso fosse stato affidato mediante procedure di evidenza pubblica aperte al mercato».
«Siamo nelle mani dei giudici», ribatte Luchetta. «Noi sappiamo di aver fatto tutto quello che era possibile per dare il meglio al nostro territorio nel rispetto della normativa. In questi mesi ci siamo fatti seguire da tecnici e da legali perché si tratta di una questione complessa».
Se dal punto di vista legale Luchetta (che assicura come al momento nulla cambi nell’iter verso il nuovo sistema di raccolta porta-a-porta) passa la palla ad avvocati e giudici, da quello politico avanza domande. «Avevo la certezza matematica che un ricorso sarebbe stato fatto», dice. «La cosa interessante è capire perché viene fatto. Mi fermo qua, ma è evidente che a qualcuno dà fastidio l’operazione che abbiamo fatto esclusivamente nell’interesse del nostro territorio».
Secondo Savno ciò sarebbe messo in dubbio dai costi del servizio: se Valpe stima un costo di 131,30 euro ad utente, Savno dice che, applicando lo stesso sistema di raccolta nei 44 comuni trevigiani, il costo è di 95,01 euro. «È un attacco di bassissimo profilo», replica Fabio Luchetta, «per fare comparazioni sulle tariffe occorre partire da dati uguali. Il nostro è un territorio di montagna, con le sue peculiarità e con una fitta rete di ecocentri. Per fare questo tipo di conti bisogna avere una buona conoscenza del territorio in cui si svolge il servizio. Noi, come Unione montana, ce l’abbiamo perché frutto di anni di lavoro. Non credo che una società esterna abbia conoscenze così dettagliate».
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