L’opposizione chiede le dimissioni del sindaco di Belluno

Contestato il progetto InLab: il problema è «l’affidamento dei conti alla cooperativa diretta da un consigliere di maggioranza e da un ex assessore»

Il caso “InLab” scatena le minoranze del consiglio comunale, che chiedono le dimissioni del sindaco Jacopo Massaro.

I gruppi “Belluno di tutti” capitanato da Paolo Gamba, “Obiettivo Belluno”, rappresentato da Raffaele Addamiano, “Civiltà Bellunese” con Franco Roccon, Patto per Belluno con Francesco Pingitore, la Lega con Luciano Da Pian il Pd e Fabio Bristot del Gruppo misto non ci vedono chiaro nell’operazione fatta dal Comune di Belluno, aderendo al bando indetto dalla Fondazione Cariverona per valorizzare i territori. «Al bando», sottolineano, «Palazzo Rosso ha partecipato come capofila, assieme ad altri partner, tra questi Società Nuova, il cui direttore Marco Ciociano Bottaretto è il capogruppo della lista che appoggiava il primo cittadino. C’è di più: una delle collaboratrici è l’ex assessore Valentina Tomasi, che ha seguito questo progetto finché era a palazzo Rosso».

Il progetto

InLab Belluno è stato creato per partecipare alla fase preliminare del bando della Fondazione Cariverona e prevede la creazione di una rete territoriale con altri soggetti pubblici e privati per l’istituzione di un start up con sede a palazzo Bembo. Anche una parte dei dipendenti comunali dovrebbero essere impiegati in questo progetto. L’importo totale del progetto è di 530 mila euro: 290 mila euro sono stati messi dalla Fondazione Cariverona, il resto da altri soggetti, tra cui il Comune capoluogo, che metterà a disposizione anche parte del suo personale.

La trasparenza

«Siamo i rappresentanti della città», dice Paolo Gamba, «una città che ha bisogno di essere rilanciata e rivitalizzata. Ora mi trovo di fronte al problema rappresentato dal progetto triennale InLab, che non è mai stato portato all’attenzione dei consiglieri comunali, se non a cose fatte. I partner sono il Comune di Belluno (capofila), la Fondazione Teatri (il cui direttore è consigliere della Fondazione Cariverona), Confindustria, Cooperativa Società Nuova, Fondazione Università Ca’ Foscari, Israa di Treviso, vari comuni e la Fondazione Cariverona. Il Comune, come capogruppo, ha delegato a gestire la parte economica la cooperativa Società Nuova, il cui direttore è il capogruppo di maggioranza Ciociano. La neo assunta Valentina Tomasi, invece, ex assessore di questa amministrazione, che ha lavorato al piano durante la sua carica politica, diventerà la formatrice dei formatori. Il risultato è che con i soldi pubblici sono state sistemate diverse posizioni. Non so se questo va bene, però va contro la trasparenza professata da questa giunta. Per questo motivo chiediamo le dimissioni del sindaco», precisa Gamba, che presenta le carte del progetto: «Carte parziali, visto che non abbiamo ricevuto tutta la documentazione che avevamo richiesto», sottolinea.

Le perplessità

Tante le domande che si pongono i consiglieri. «Come sono stati individuati i partner del progetto?», dice Roccon. «Ci risulta che l’affidamento diretto avviene sotto i 40 mila euro. Si poteva almeno fare una manifestazione di interesse. E poi in questo progetto, del valore di 530 mila euro complessivi, 189 mila euro sono messi dal Comune di Belluno, quindi stiamo parlando di soldi pubblici, che vengono gestiti dalla cooperativa Società Nuova». «Il sindaco spieghi una cosa che lineare non è», rincara la dose “Rufus” Bristot, che passa ad elencare tutti i problemi mai risolti dell’amministrazione comunale, dal ponte bailey al Fio 2. «Come farà il Comune a gestire tutti i contenitori culturali che ci saranno in città?» si chiede Bristot. Per Addamiano, «sul progetto InLab ci sono elementi di opportunità», anche se parla di «inefficienza» dell’amministrazione.

Scarso interesse

I consiglieri di opposizione chiedono le dimissioni di Massaro anche per «lo scarso interesse per la città: dei molti progetti annunciati nel primo mandato, quasi nessuno è stato realizzato. Inutile fare proclami sui social: il sindaco dovrebbe essere meno social e più sociale». «Il sindaco ha scaricato le pile e non ha più voglia di gestire la città», conclude Gamba. —
 

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