L’ora del Papa e il calcolo che non tornava

Giuseppe Sarto in gioventù era gnomonista Ma a Fontaniva qualcosa non funzionò
Di Davide Nordio

di Davide Nordio

RIESE PIO X

«Santità, la meridiana che ha fatto a Fontaniva non funziona molto bene». «Beh, caro, all’epoca non ero mica infallibile!».

Botta e risposta tra il parroco di Fontaniva e San Pio X, degna di entrare nel vasto repertorio di battute del Papa di Riese (alcune presunte, ma tante confermate), e che fa luce su un aspetto poco noto di papa Sarto, evidenziato in occasione della sua festa liturgica, che ricorre oggi, dall’”Osservatore Romano”. Il quotidiano della Santa Sede infatti ogni anno riesce ad approfondire qualche dettaglio molto interessante su questo pontefice, l’ultimo ad essere diventato santo.

Questa volta tocca al suo hobby, coltivato a quanto pare solo negli anni giovanili della prima missione sacerdotale in quel di Tombolo, dov’era cappellano. Pio X era infatti uno gnomonista, ovvero aveva la passione di costruire meridiane. Attualmente ne sopravvivono solo due: quella “incriminata” sulla chiesa di Fontaniva e quella sulla canonica di Onara, vicino a Tombolo. Ne esistevano un’altra a Tombolo, ma è andata persa con l’abbattimento dello stabile, e un’altra ancora a Galliera: ma quella che però si vede non è la sua.

Una flebile testimonianza parla poi di una meridiana sulla Villa Imperiale di Galliera. Cosa che ha fatto saltare sulla sedia Elsa Stocco, docente di matematica a Castelfranco, e vera autorità in fatto di meridiane, soprattutto quelle di Pio X a cui ha dedicato molti studi. Lei, quella meridiana, l’ha restaurata, ma non pensava di trovarsi davanti a un’altra opera del pretino che sarebbe diventato Papa.

L’appunto arriva da un'altra studiosa di Pio X, concittadina del Papa, Ginesta Fassina Favaro che a proposito di meridiane sul periodico “Ignis Ardens” scriveva: «Altre ne disegnò nei paesi limitrofi e perfino una nell'ex Villa Comello di Galliera Veneta dove villeggiava d'estate Maria Anna Carolina Pia di Savoia», imperatrice d’Austria dal 1836 al 1848. Purtroppo la studiosa non può chiarire le sue fonti, essendo scomparsa nel 2010 a novant’anni. Ma è fuor di dubbio che il cappellano Giuseppe Sarto frequentò la Villa Imperiale, divenuto il buon ritiro dell’ex sovrana, che si eclissò dalla corte di Vienna dopo l’abdicazione del marito, anche perché tra Asburgo e Savoia le cose si stavano sempre più complicando. Sarebbe ben curioso che una villa imperiale avesse una meridiana fatta da un futuro Papa.

Venendo invece alle prove concrete dell’attività di costruttore di meridiane di Giuseppe Sarto emerge un altro aspetto della sua cultura: una propensione per gli studi scientifici e l’astronomia. Per fare una meridiana, come spiega la professoressa Stocco, non basta piantare un chiodo sul muro: «Servono competenze, studi ed esperienza, perché il moto apparente del sole non è uguale nel corso dell’anno. E Papa Sarto indubbiamente un cultura scientifica ce l’aveva, come testimoniano anche le sue pagelle». Dove il voto “eminente” datogli dai professori del seminario di Padova riguarda tutte le materie e n. ello specifico anche quelle scientifiche. C’è da dire che a quel tempo i seminari erano degli imbattibili centri di cultura. Biblioteche a parte, non mancavano laboratori scientifici dove si approfondivano anche la chimica e la fisica. E parte importante ebbe anche l’astronomia.

Purtroppo, come è noto, la figura di Pio X dopo essere elevato agli onori degli altari, soprattutto in Italia negli anni post conciliari, conobbe quasi una damnatio memoriae: se si parlava di una chiesa oscurantista, nemica della modernità, il riferimento era quasi sempre ai tempi in cui era Papa. Che questa sua passione scientifica con le meridiane contribuisca a smentire quelle negatività che spesso ingiustamente sono state riferite a Pio X? Su questo, Stocco non interviene: piuttosto conferma, da esperta, che le sue meridiane erano perfette. E che se c’è stato errore in quella di Fontaniva, a quanto pare è si fidò del suo orologio e non dei calcoli astronomici.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi