L’ora di ladino è ufficiale intesa firmata con Bolzano
COLLE SANTA LUCIA. Il ladino entrerà ufficialmente nelle scuole elementari dei Comuni ladini storici bellunesi. Questo il “regalo” che l’Istitut cultural ladin Cesa de Jan si è fatto ed ha fatto ai ladini in occasione dei dieci anni di attività che sono stati festeggiati ieri a Colle Santa Lucia.
È stata infatti firmata, nel corso della manifestazione, la convenzione tra Istitut ladin, Intendenza per la scuola ladina di Bolzano e gli istituti scolastici di Cortina e Livinallongo (Colle Santa Lucia non ha una propria scuola) che ufficializza l’ora di ladino: una novità assoluta nelle scuole ampezzane, mentre per quelle di Fodom si tratta della formalizzazione di un progetto pilota già avviato. Presentato anche il nuovo costume della Banda da Fodom.
“N vare davò l auter” (Un passo dopo l’altro) il titolo scelto come “leit motif” della giornata per ricordare e celebrare questi primi dieci anni di attività dell’istituto fondato dai comuni e dalle unioni ladine di Fodom, Col e Anpezo, «durante i quali», ha detto il direttore Moreno Kerer, «proprio a piccoli passi siamo arrivati a concretizzare importanti progetti per la tutela della lingua e della cultura ladina».
La giornata è iniziata con la messa nella chiesa di Santa Lucia ed è proseguita poi sotto il tendone allestito in piazza per la parte ufficiale.
Tante le rappresentanze presenti in costume ladino e delle associazioni dei tre comuni, così come nutrita la preseza di autorità da Bolzano e Trento, con l’assessore alle minoranze della Regione Trentino - Sudtirol Bepe Detomas, l’assessore alla cultura ladina della Provincia di Bolzano Florian Mussner. E poi presidenti e rappresentati degli istituti culturali di Fassa e Badia e delle associazioni culturali ladine delle vallate del Sella.
Un legame quello con la realtà dei vicini cugini ladini autonomi che sia l’assessore Detomas che Mussner hanno assicurato continuerà e se possibile si rafforzerà anche nel futuro. «Non basta essere ladini, bisogna anche volerlo essere e volerlo restare», ha ammonito il presidente del Cesa de Jan, Luca Agostini. Paolo Frena, sindaco di Colle, ha ricordato invece come l’istitut sia nato allora per «contrastare la globalizzazione ladina in provincia di Belluno». Frena ha poi lanciato ai due politici altoatesini un appello affinché si torni ad affrontare la questione del referendum e si tenga conto della situazione dei tre comuni ladini nell’imminente revisione dello statuto di autonomia di Trento e Bolzano.
«Gli istituti culturali sono strumenti per dare diginità alla cultura ladina», ha chiosato Detomas, mentre Mussner ha puntato l’attenzione sull’integrazione con le nuove culture che stanno arrivando.
È toccato poi al direttore Kerer ed alla vicepresidente della commissione culturale Isabella Marchione presentare i progetti più importanti svolti in questi anni come le pubblicazioni, gli studi sulla toponomastica, i convegni, la promozione delle miniere del Fursil e del castello di Andraz, l’Isté Ladin rivolta ai ragazzi delle scuole.
Da ultima la realizzazione del nuovo costume della Banda da Fodom, basato su un documento del 1800, finanziato in gran parte dalla Regione Trentino – Sudtirol.
Lorenzo Soratroi
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