L’Oratorio dei Battuti restaurato e riaperto
Dopo trent’anni di abbandono torna a risplendere un gioiello di cultura e arte
BELLUNO. L’Oratorio di Santa Maria dei Battuti torna ad aprire le sue porte ai castionesi. E non solo. Il progetto di recupero avviato due anni fa ha infatti dato i suoi frutti. E ieri mattina, in occasione della festa della Parrocchia di Castion, si è tenuto il taglio del nastro degli interventi finora portati avanti, che hanno portato l’ex battistero a risplendere.
«Tutto è iniziato nel 2015, anno in cui sono ricorsi i 700 anni dello statuto, uno dei primi in Veneto, della Confraternita dei Battuti», spiega l’architetto Andrea Zinato, il professionista castionese che ha redatto il progetto di valorizzazione del bene architettonico insieme a un suo compaesano, il perito Silvano De Salvador.
«L’esistenza di un oratorio intitolato alla Vergine patrona della Confraternita risale infatti almeno al 1315». Nel luogo sacro, ubicato a pochi metri dalla chiesa parrocchiale di Castion, gli aderenti al sodalizio si riunivano periodicamente, sia per scopi spirituali che per deliberare gli aiuti alle persone più indigenti, possibili soprattutto grazie alle entrate dei lasciti testamentari disposti dai confratelli. Riedificata più volte, dal XVII secolo la struttura ha avuto funzione di battistero per la Pieve castionese. Questo fino agli anni Ottanta, quando è caduta in disuso. «Iniziare i lavori non è stato così semplice, soprattutto per una questione economica», aggiunge Zinato. «Avevamo infatti fatto domanda di contributo alla Fondazione Cariverona, ma siamo stati sorpassati in graduatoria da altri progetti».
E gli interventi, non avendo ottenuto un finanziamento pubblico, sono stati realizzati grazie a risorse della Parrocchia e alle donazioni della comunità castionese, oltre che all’impegno di professionisti e imprese. L’opera - per cui c’è stata la collaborazione della Soprintendenza, con l’architetto Silvana Rotondo - è consistita nel distacco degli intonaci ammalorati e nel loro rifacimento, ma è stata anche ritinteggiata la volta e si è proceduto a ridipingere tutto l’interno. Sono così riemerse le policromie dei capitelli. Rifatto inoltre l’impianto elettrico e di illuminazione ed è stato realizzato un contro terra esterno con canaline di aerazione.
«Abbiamo ritrovato i resti di una piccola sacrestia e della vecchia porta verso sud», continua Zinato, «oltre ai punti in cui erano posizionati i vecchi banchi in legno della Confraternita. Sono rimasti i segni della balaustra che separava l’altare dagli altri spazi».
«L’ex battistero è una struttura storica del Castionese. Recuperarla era importante. Ora potrà diventare luogo di ritrovo per la comunità, almeno nel periodo estivo», mette in risalto il parroco di Castion, don Marco De March. «L’anno scorso avevo informato le famiglie che tutte le offerte raccolte sarebbero state destinate a questo progetto. E la promessa è stata mantenuta. Non possiamo che dire grazie ai castionesi, che hanno contribuito in modo fondamentale. Grazie anche alle ditte che hanno prestato la loro opera: Alberto Bianchet, Tormen, De Martin Pinter». Ieri alla inaugurazione dei lavori erano presenti Bianchet, Marino e Gianni “artisti del pennello”, Orso Grigio che ha realizzato le staffe dell’impianto di illuminazione curato da Tormen.
I restauri sono stati pensati anche in vista di una valorizzazione turistica, dato il prestigio delle opere conservate nel luogo sacro: la pala d’altare dell’Oratorio reca infatti l’immagine della Vergine protettrice tra i Confratelli, opera di Francesco Frigimelica “il Vecchio”. E risalgono al 1641 le tele a forma di lunetta, realizzate da Pompeo Frigimelica, con temi relativi ai misteri del rosario. L’originale banderuola metallica sul tetto ricorda, attraverso la figura di S. Giovanni, la funzione di fonte battesimale dell’antico oratorio.
«Il battistero risale al 1538 ed è in pietra di Castellavazzo», fa presente Zinato, «e vi è la presenza di una portantina in legno attribuibile al Brustolon». «Tutti elementi di pregio che meriterebbero un restauro», dice ancora don Marco. «Per completare il recupero dovremo attivarci per trovare ulteriori risorse, anche partecipando a dei bandi o individuando degli sponsor. In futuro vorremmo anche provvedere a ritinteggiare l’esterno, al rifacimento del marciapiede e della porta. Su quest’ultima si interverrà a breve».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Video