Loredana, la morte nel segno della vita
CORTINA. Loredana Tiron è morta. Non c’è stato nulla da fare per la giovane barista investita giovedì sera, attorno alle 21, in via Guide Alpine a Cortina. Ieri mattina l’équipe di valutazione del reparto di Rianimazione dell’ospedale San Martino di Belluno, guidata dal dottor Franco Stetka, ha eseguito la procedura di monitoraggio delle condizioni della ragazza, sei ore durante le quali non ci sono stati cenni di recupero e nemmeno di speranza. Intanto nel pomeriggio, da Galati, in Romania, è arrivata la mamma della sfortunata ventunenne per darle l’ultimo saluto.
Un addio che, in un estremo atto di generosità, potrà regalare la vita ad altre persone. La mamma di Loredana, infatti, pur nello strazio della scomparsa della figlia, ha acconsentito alla donazione degli organi. Nella notte, quindi, si è proceduto all’espianto di cuore, polmoni, fegato, pancreas e reni.
Le condizioni di Loredana erano apparse disperate fin dal suo ritrovamento a una cinquantina di metri dall’Hotel Villa Gaia, in direzione San Vito, poco più in là del ciglio della strada innevata, dove un automobilista di passaggio, vedendo qualcosa, si era fermato, lui sì, a prestare soccorso. Loredana era a terra, ferita e in ipotermia da diverso tempo, almeno mezz’ora, perché chi l’aveva investita non si era fermato ad aiutarla e a chiamare l’ambulanza. Il commissariato di Cortina, però, è stato rapidissimo: sono bastati la ripresa parziale di una telecamera presente in zona e pochi pezzi di carrozzeria e di faro rotto per portare la polizia sulla pista giusta, grazie anche ad un carrozziere molto esperto che, portato in piena notte in commissariato per esaminare le poche tracce disponibili, ha dato agli agenti guidati da Angela Pierobon gli elementi essenziali per trovare il furgone Opel velocemente. Di fatto, l’incidente è avvenuto verso le 21.30 e alle 4 la polizia era già a casa di un giovane maestro di sci, A.V., a pochi chilometri di distanza.
Sulle circostanze dell’investimento per il momento non vengono fornite informazioni ufficiali da parte della polizia, che considera chiusa l’indagine limitatamente alla ricerca del responsabile dell’incidente e alla sua dinamica. La procura, che segue il caso con il sostituto Roberta Gallego, ha posto il segreto istruttorio, anche in considerazione del fatto che la famiglia di Loredana Tiron si trova all’estero e fino a ieri sera sapeva poco o nulla di quanto successo. Alle supposizioni metterà la parola fine la procura, dopo aver interrogato l’investitore, peraltro già ascoltato anche dalla polizia in una sua prima versione dell’incidente di giovedì. L’accusa nei suoi confronti ora cambia: da lesioni gravissime a omicidio colposo, oltre all’omissione di soccorso che rappresenta un’aggravante notevole. Poi bisognerà capire in quali condizioni è avvenuto il fatto.
Loredana Tiron avrebbe compiuto 22 anni ad aprile e da qualche anno viveva in Italia, dividendosi tra Asolo dove risiedeva, e Cortina, dove lavorava come barista stagionale. La giovane di origine rumena aveva lavorato prima all’Lp26 e poi alla caffetteria Lovat. Giovedì sera, quando è stata investita, la ragazza aveva finito da poco di lavorare e stava tornando a piedi all’appartamento che divideva con alcuni colleghi.
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