Lorenzago: «Wojtyla patrono delle Dolomiti? Per noi un onore»

La richiesta alla Santa Sede parte da parrocchia e Comune ma trova già numerosi sostenitori
Giovanni Paolo II nella sua visita a Pieve di Cadore nel 1998
Giovanni Paolo II nella sua visita a Pieve di Cadore nel 1998
LORENZAGO. Entusiasmo per l'idea di chiedere alla Santa Sede che il futuro beato
. «Per la verità, a Lorenzago e in Cadore lo preghiamo già come tale» fa sapere Marco D'Ambros, sacrestano di Lorenzago, ma anche braccio destro del parroco De Martin e componente del Comitato per le celebrazioni di fine mese.


«L'idea di chiedere la sua protezione sulle nostre montagne - aggiunge D'Ambros - è maturata da parecchio tempo in parrocchia». «E so che anche il Comune è della stessa opinione».


«La comunità civica di Lorenzago ma, ritengo, tutto il Cadore, anzi tutta l'area dolomitica - conferma il sindaco Mario Tremonti - sarebbero sinceramente onorati di avere un patrono come Wojtyla, Papa montanaro, scalatore (dai monti Tatra al nostro Peralba), cantore della bellezza di queste montagne». Wojtyla sarà beatificato il Iº maggio e la delegazione cadorina che raggiungerà il Vaticano recapiterà anche questa sollecitazione. «Non posso che condividere l'entusiasmo per l'idea di fare della figura di Papa Wojtyla il patrono delle Dolomiti, ma non dimentichiamo che anche la nostra terra ha avuto un uomo (dopo Gregorio XVI) che è salito a capo della Chiesa: Albino Luciani di Canale d'Agordo, Giovanni Paolo I», mette le mani avanti il presidente della Provincia di Belluno, Bottacin.


C'è il problema che Luciani ha ancora in corso il processo di beatificazione; potrà raggiungere gli onori degli altari non prima di 5 anni, se non ci saranno intoppi. E' probabile, invece, che nel frattempo Wojtyla sia pure canonizzato, acquisendo tutti i crismi, dunque, per estendere la sua protezione sulle Dolomiti, qualora venga appunto concessa. Bottacin, in ogni caso, invita a non dimentica la figura e l'opera di Luciani. «È stato un innovatore, basti pensare che, per citare solo un esempio, da subito ha voluto abolire la sedia gestatoria» ricorda il presidente. «La sua opera a capo della Chiesa sarebbe stata autenticamente rivoluzionaria, solo che non ha avuto il tempo di portarla a compimento: credo che sarebbe un grande dono riconoscergli il ruolo che ha avuto, riscattando così un uomo, un Papa, che troppe volte viene messo in secondo piano».


Dario Bond, capogruppo regionale del Pdl, condivide. Ma definisce «un'idea semplicemente strepitosa, da portare avanti con convinzione». L'esponente del Centrodestra svirgola quando fa intendere che potrebbe essere una "boutade". «Non si mette in dubbio un sentimento così profondo», sottolinea l'ex sindaco di Lorenzago, Nizzardo Tremonti.


«Al di là del significato spirituale c'è quello turistico-materiale che ben si collega al progetto della via dei Papi», ricorda in ogni caso Bond. «Si tratta di una grande sfida che sarà lanciata a metà giugno a Castel Gandolfo alla presenza di papa Ratzinger. Belluno entrerà ufficialmente nella via Francigena, la strada che fin dall'antichità collegava i grandi centri della cristianità, da Santiago di Compostela a Gerusalemme, passando per Roma e Canterbury. Ricordo che il progetto ha già l'appoggio dell'Opera romana pellegrinaggi. Una garanzia».


Prende, invece, sul serio la proposta la parlamentare Simonetta Rubinato del Pd. «Si potrebbe così suggellare - commenta la parlamentare - il forte legame che ha sempre unito Papa Wojtyla e le Dolomiti bellunesi da lui più volte scelte per trascorrere le sue vacanze». L' on. Rubinato è certa che la proposta potrà trovare accoglimento in quanti saranno chiamati ad esprimersi su questa speciale candidatura, prime fra tutti le popolazioni che abitano nel territorio delle Dolomiti. «Queste straordinarie montagne, divenute di recente patrimonio dell'Unesco - spiega - sono state luogo di numerose escursioni durante le quali Papa Wojtyla ci ha donato indimenticabili espressioni di contemplazione e ammirazione per la bellezza della natura. Il suo rapporto intimo e speciale con la montagna è un monito per tutti a far sì che questo immenso patrimonio sia rispettato e tutelato».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi