Lorenzo Tognon va in pensione «Lascio un ospedale dinamico»
FELTRE
Lascia il servizio dopo quasi vent’anni nel ruolo strategico di direttore di area medica, Lorenzo Tognon che ha raggiunto l’età pensionabile. E vuole spendersi la “seconda vita” fra la famiglia che si è allargata, il salutismo che coltiva con sana e allegra diligenza, e i viaggi in quelle parti di mondo che gli sono ancora sconosciute. Lui lo sa, perché glielo hanno detto tutti in ospedale e hanno cercato in ogni modo di trattenerlo, ma lascia un vuoto cocente. Non solo per la capacità di risolvere le cose, specie ora che i carichi di lavoro diventano sempre più pesanti e che tutti i giorni è una guerra per ricomporre organici medici risicati.
Ma anche per la delicatezza dei rapporti e la straordinaria empatia che, pur nel rispetto dei ruoli, ha saputo manifestare sempre nei confronti di colleghi e dipendenti del Santa Maria del Prato. La sua carriera comincia e finisce a Feltre, con una brevissima parentesi all’Usl Dolo-Mirano. Al Santa Maria del Prato aveva iniziato con la copertura dei turni di guardia medica.
«Non fatelo diventare un epitaffio», si schermisce il direttore in odorissimo di pensione. «Era ora che andassi in pensione perché ho tante cose da fare. Quello che posso dire è che lascio un’azienda che si chiamava Usl 2 e che ora è Usl Dolomiti, caratterizzata da un dinamismo equiparabile a quello di altre realtà sanitarie ben più imponenti. Di fronte a problemi di sintesi come quelli che si prospettano adesso con la carenza di medici in particolare, so che chi prenderà il mio posto saprà mettere al frutto un sistema che finora ha permesso di tenere i equilibrio i reparti. Ci stiamo muovendo con grande dinamismo per reclutare medici in previsione di carenze di organico in modo da non farci travolgere da eventi inevitabili. Tastiamo tutti i terreni previsti dalla norma, e se non ci sono sumaisti ambulatoriali o disponibilità al contratto a tempo determinato, optiamo a stretto giro per le consulenze, per il ricorso all’attività libero-professionale, per le prestazioni. Su questa linea c’è il pieno appoggio da parte dei direttori generale, sanitario e amministrativo».
Il problema del futuro sarà la mancanza strutturale di medici: «Sarà davvero un grave problema se lo Stato non dovesse allargare i posti per la specialistica. Per quanto riguarda l’ospedale Santa Maria del Prato, si è iniziato a far crescere nelle competenze il personale infermieristico e tecnico in modo tale che alcune funzioni, tuttora ricoperte dai medici, siano progressivamente assegnate agli infermieri con la supervisione del preposto. Non c’è alternativa alla carenza dei medici».
A Feltre Tognon lascia anche ricordi molto belli: «Il ricordo che mi porterò via, dal primo di agosto perché fino ad allora resto in servizio, è quello di una compagine splendida, in tutta la scala delle professioni sanitarie e non, e di una dimensione umana-relazionale che non ha uguali, in base alle esperienze che ho avuto in altre realtà ospedaliere».
Per il concorso di direttore di struttura complessa sono arrivate nove domande. I candidati sono Gedeone Baraldo, Chiara Berti, Antonio Di Caprio, Carlo Di Falco, Roberta Gavagnin, Maddalena Lippolis, Marianna Lorenzoni, Ettore Paolantonio e Giorgio Parise. —
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