«L’orso in Cansiglio è un’opportunità Ma risarciteci»
TAMBRE. «L’orso in Alpago ed in Cansiglio? È un’opportunità, non un problema. Diverso è il caso dei branchi di lupi, la cui presenza, però, non è stata ancora certificata». A tranquillizzare, almeno per il plantigrado, è Gianmaria Sommavilla, comandante delle guardie forestali della Provincia, che conosce i boschi del Bellunese meglio delle sue tasche. A Tambre ed in Alpago si è diffusa una crescente preoccupazione, perché l’orso si è avvicinato alle case ed ha predato. L’allarme si fa spazio soprattutto in facebook, con messaggi a volte poco rassicuranti. «A sentire taluni» ammette Paolo Casagrande, riferimento degli allevatori «l’orso non è più un amico e, quindi, andrebbe eliminato. Ma gli allevatori, ancorchè allarmati, sono i primi a sostenere l’opportunità di questa convivenza, a patto che il risarcimento sia effettivo».
Risarcimento da parte della Regione, evidentemente. Regione che viene richiamata in ballo per spiegare, ancora una volta, che cosa può rappresentare l’orso in termini di insicurezza. «Posso testimoniare che da quando l’orso è stato avvistato in provincia, quindi da ben 15 anni, non c’è mai stato un episodio» tranquillizza Sommavilla «di tentata aggressione all’uomo. Ed anche i rari casi di predazione non hanno comportato chissà quali perdite. Che, comunque, è giusto risarcire».
Gli orsi accertati nella conca d’Alpago e Cansiglio sono senz’altro due, ma non è esclusa una terza presenza. Lo ammette anche il dirigente della Provincia, il quale, invece, conferma di non avere elementi per dire che è arrivato il lupo, come invece afferma l’associazione Mountain Wilderness con Toio De Savognani e Giancarlo Gazzola. «Sappiamo che il lupo è nei dintorni «puntualizza Sommavilla «ma non abbiamo riscontri per Alpago e Cansiglio. A differenza dell’orso, il lupo, specie se in branco, costituisce un serio pericolo, a cominciare dagli animali, perché è un predatore naturale».
Quando arriverà, dunque, bisognerà prendere serie misure di sicurezza, soprattutto intorno agli allevamenti. Casagrande ed i suoi assistiti (sindacato Anpa) si sono difesi, in Cansiglio, con i recinti dai cervi. Popolazione, questa, che non è diminuita casualmente (se n’erano contati fino a 2500), ma a seguito della chiusura dei pascoli. Ingentissimi, infatti, i danni che stanno portando in foresta. E, secondo Sommavilla, come pure Veneto Agricoltura, questi danni sono di gran lunga più gravi di quelli lamentati dagli allevatori per i pascoli. «La foresta è massacrata» riassume, preoccupato, Sommavilla, facendo intendere che c’è sull’altopiano una consistente formazione di cervi. Come dire che dall’orizzonte non è scomparsa l’ipotesi di una cattura selezionata, come ipotizzata dalla Regione, prima dell’altolà del presidente Zaia.
Francesco Dal Mas
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