L’orto della Dumia dà i primi frutti
Open day per i prodotti coltivati dagli ospiti. Noal: «I ragazzi si impegnano molto»

FELTRE . È quasi il paradigma del progetto comunale “la terra a chi la coltiva” l’orto biologico della comunità terapeutica residenziale Dumia. Che ieri ha tenuto l’open day per mettere in mostra i prodotti e per dimostrare che anche la natura può fare i miracoli della riabilitazione. Era presente l’assessore Valter Bonan, che ha rinnovato l’auspicio, espresso già un anno fa, quando l’orto biologico della Dumia era in fase sperimentale ed era la metà di quel che è ora, che proprio in via Volturno potrebbe costituirsi il punto di riferimento per le trenta famiglie, alle quali sono stati assegnati tredici ettari di terreno, con bando comunale relativo al progetto “fattoria sociale”.
«È proprio qui che si esemplificano gli obiettivi che il nostro Comune si è dato, quello di una riconversione al biologico e di un’attenzione alla sostenibilità ambientale, unite ai risvolti sociali» .
All’orto biologico lavorano sistematicamente fino a sette ospiti della comunità residenziale di via Volturno su diciotto persone, spiega Manuel Noal, direttore e vicepresidente della struttura per ex tossicodipendenti, «ma per due o tre giorni alla settimana, quasi tutti i ragazzi sono chiamati a dare una mano. Anche perché il lavoro dei campi è infinito, deve tenere conto di una serie di condizioni, a partire da quelle meteo, e prevede un impegno che può anticipare o andare oltre gli orari canonici. Noi vediamo che i nostri ragazzi si alzano per andare a lavorare agli orti e non tornano se non quando ritengano di aver finito. Riscontriamo un buon controllo rispetto a situazioni di stress, magari legate al maltempo o alle grandinate che rischiano di mandare all’aria il raccolto, e vediamo le soddisfazioni che derivano da tanto impegno. Dal punto di vista riabilitativo-educativo, l’orto è uno dei progetti più centrati».
Dalla coltivazione alla commercializzazione: «La popolazione apprezza il lavoro dei nostri ragazzi», dice Jacopo Polli, presidente della cooperativa. «Adesso sarebbe importante mettere in rete i nostri prodotti in un contesto più ampio».
Intanto, chi vuole verdura fresca colta sotto l’occhio del consumatore, è cominciata la vendita “a bordo campo”.
(l. m.)
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