«L’ospedale non si tocca» una mozione in consiglio
BELLUNO. Senza una sanità efficace non si può parlare di accoglienza, turismo, sviluppo. E declassare l’ospedale San Martino, togliendogli il ruolo di hub (ovvero di riferimento provinciale), avrebbe ricadute dirette anche su Feltre, Agordo, Pieve di Cadore. Prospettive che il Comune capoluogo non intende accettare. A difesa dell’ospedale San Martino, e della sanità di montagna nel suo complesso, è stata predisposta una mozione. Ci hanno lavorato i consiglieri comunali del gruppo sanità e giovedì il documento è stato presentato alla terza commissione.
Il punto cardine è la difesa dell’ospedale. Il piano sociosanitario vigente prevede sette ospedali hub in regione, fra i quali c’è anche Belluno. Questo piano «si basa sul medesimo decreto ministeriale 70/2015 e ha attuato le deroghe previste in considerazione della specificità del nostro territorio», si legge nella mozione. Perché non attuare le deroghe anche nel nuovo piano? Suggeriscono i consiglieri del gruppo sanità.
La discussione in terza commissione è stata a tratti accesa. Erika Dal Farra (Pd) ha puntualizzato che le premesse e il deliberato sono troppo deboli, e sta preparando alcuni emendamenti da portare in consiglio lunedì. «Vanno messe in luce le criticità della sanità bellunese», spiega il consigliere del Partito democratico. «E serve un’assunzione di responsabilità collettiva, da parte di tutti, anche nostra». Il Dm 70, infatti, è un decreto ministeriale, fatto nel 2015 quando l’Italia era governata dal Pd di Matteo Renzi. La Dal Farra proporrà anche consigli comunali congiunti con tutti i Comuni sedi di ospedali o strutture come quella di Lamon e si appella alla condivisione. «I nostri emendamenti sono prettamente politici, andranno ad integrare un testo che è molto tecnico».
La mozione inizia spiegando la differenza fra hob e spoke e ricordando che il nuovo piano sociosanitario prevede la riduzione degli hub regionali da sette a cinque. Salterebbero Belluno e Rovigo. Ma questo declassamento «ricadrebbe in modo diretto anche sugli ospedali di Feltre, Agordo e Pieve di Cadore, in quanto la centralizzazione di un paziente su Treviso non garantirebbe i livelli minimi di assistenza necessari nelle patologie tempo dipendenti ad intervenire in un limitato spazio temporale (golden hour), fondamentale per l’efficacia in regime di emergenza-urgenza».
La mozione chiede che vengano tenuti in considerazione i criteri di efficienza (mantenere e potenziare i servizi fondamentali nella cosiddetta golden hour, quali emodinamica, neurochirurgia, elisoccorso e ambulanze medicalizzate, tutti h24), competenza (valorizzare le eccellenze presenti nei vari ospedali bellunesi), della creazione di una rete ospedale-territorio. Si esprime infine netta contrarietà alla bozza di piano sociosanitaro e si dà mandato al sindaco di coinvolgere tutti i Comuni e la Provincia per inviare alla Regione una proposta unitaria volta a salvaguardare la sanità bellunese da ulteriori tagli e depotenziamenti.
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