Lotta al dissesto idrogeologico «Ora la mappa delle emergenze»
Roberto Padrin si insedia a Palazzo Piloni e presenta il suo programma: «Superiamo le polemiche apriamo un nuovo percorso. Collaboriamo con la Regione per programmare gli interventi necessari»
BELLUNO. C’è un’intera provincia da mettere in sicurezza. Il dissesto idrogeologico preoccupa, ma il neo presidente dell’ente di area vasta Roberto Padrin ha le idee chiare su come agire: «Dobbiamo lavorare insieme alla Regione per elaborare una programmazione degli interventi condivisa», annuncia, nel giorno in cui si insedia a Palazzo Piloni. «Dobbiamo delineare una mappa delle emergenze, per richiedere a Governo e Regione stessa risorse certe per il nostro territorio, interamente montano». L’obiettivo è capire esattamente quali siano le condizioni idrogeologiche del Bellunese, per creare un elenco delle priorità degli interventi necessari. Parla di prevenzione, Padrin, consapevole di quanto sia pericoloso lasciare il territorio a sè stesso.
Il referendum.
Roberto Padrin è il secondo presidente dell’era area vasta. Il primo atto che dovrà firmare è l’intesa con la Regione per la celebrazione del referendum del 22 ottobre. Oggi la giunta regionale farà il passaggio politico necessario per abbinare le due consultazioni. «Sarà costituito un comitato pro referendum, con un programma chiaro e semplice», spiega Padrin. «Dobbiamo presentarci in maniera chiara ai cittadini, dare un messaggio corretto sul referendum. Non diventeremo come Trento e Bolzano, ma puntiamo ad avere le competenze e le risorse che le leggi esistenti ci assegnano».
Il metodo: più condivisione.
Padrin ha già annunciato che coinvolgerà maggiormente i sindaci. «È arrivato il momento di unire le forze per portare avanti un progetto condiviso che faccia crescere il nostro territorio», afferma. «Abbandoniamo le polemiche, per costruire un nuovo percorso insieme».
Viabilità e trasporti.
È la delega di Padrin, insieme al turismo. «Il Piano Anas per Cortina porterà a migliorare le nostre strade, anche dal punto di vista della sicurezza», ricorda, «ma non dimentichiamo tutto il resto della viabilità provinciale». Nel suo programma Padrin ha inserito il miglioramento dei collegamenti intervallivi, il completamento della variante di Feltre (prosecuzione della Fenadora-Anzù), la variante di Mel, un collegamento sul Piave fra Mel e S. Giustina, il completamento della viabilità tra Lentiai e Busche, il collegamento con la Pedemontana veneta e il miglioramento della 348 Feltrina, ma anche interventi per avvicinare destra Piave e l’Agordino. Necessari anche un piano straordinario di manutenzioni, la messa in sicurezza di molte strade in Agordino, la tangenziale di Cencenighe e Alleghe, lavori sulla strada della Val del Mis.
Ampio il capitolo sul treno: la rete ferroviaria deve essere adeguata, è scritto nel programma, il Treno delle Dolomiti è un’opportunità ma deve andare di pari passo con un intervento strutturale sulla tratta Ponte - Calalzo. Fondamentale anche completare l’anello delle Dolomiti con la Feltre - Primolano e strategica è l’elettrificazione.
Centraline ed elettrodotti.
Padrin è chiaro: «No a iniziative speculative sullo sfruttamento delle risorse idriche». I corsi d’acqua vanno tutelati: «Non sono contrario a prescindere alle centraline, ma ogni intervento deve essere assolutamente condiviso con il territorio», continua il presidente. Che guarda anche al 2029, alla scadenza delle grandi concessioni, in mano all’Enel. Si punta a rinegoziare le concessioni storiche, per reperire risorse per lo sviluppo del territorio. Con Enel va risolto il contenzioso sui sovracanoni pregressi. A Enel e Terna, infine, «la Provincia chiederà con forza l’eliminazione dei tralicci nelle zone abitate, cercando di ottenere l’interramento delle principali nuove linee di interconnessione di cui da anni si sta discutendo», si legge nel programma.
Turismo.
A novembre Eurac presenterà lo studio per il marketing territoriale, «dobbiamo sfruttare l’opportunità, ma anche potenziare l’offerta turistica e costruire prodotti turistici partendo da una strategia condivisa a livello provinciale che tenga conto delle particolarità del territorio», afferma Padrin. Una strategia improntata alla sostenibilità ambientale, con un turismo incentrato sulle ricchezze ambientali ma anche culturali, artistiche, architettoniche e storiche del territorio.
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