Lozzo di Cadore: incendio in appartamento, intossicati padre e figlio
Due appartamenti completamente inagibili e due intossicati, padre e figlio di 9 anni. È il bilancio di un incendio scoppiato al civico 149 di Lozzo di Cadore. A provocare il rogo il cortocircuito di una stufetta
LOZZO DI CADORE.
Due appartamenti completamente inagibili e due intossicati, padre e figlio di 9 anni. È il bilancio di un incendio scoppiato nel tardo pomeriggio di ieri al civico 149 di Lozzo di Cadore. A finire all’ospedale, con i classici sintomi d’intossicazione, Tommaso Santorsola ed il figlio Lorenzo di 9 anni. È, infatti, dal loro appartamento che si sono sprigionate le fiamme che hanno impegnato per oltre tre ore i vigili del fuoco di Pieve di Cadore.
L’allarme è stato lanciato dai vicini, poco dopo le 17. È stata, infatti, un’inquilina che abita al terzo piano della casa ad accorgersi del fumo che usciva dalla camera da letto dell’abitazione della famiglia Santorsola, al primo piano dello stabile. Il tempestivo allarme ha permesso ai pompieri di arrivare presto sul luogo dell’incendio. Le uniche due persone che si trovavano, in quel momento, all’interno dell’appartamento dove è scoppiato il rogo, padre e figlio, sono rimaste leggermente intossicate e per precauzione i sanitari del 118 hanno provveduto a trasportarle all’ospedale di Piave di Cadore. Padre e figlio sono stati dimessi in serata. Nel frattempo i vigili del fuoco sono riusciti a circoscrivere il rogo alla camera da letto. Pare, anche se è ancora presto per definire con esattezza la dinamica, che il rogo sia stato provocato da un corto circuito di una stufetta elettrica. Ingenti i danni si parla di qualche decina di migliaia di euro. La camera dove sono partite le fiamme è stata completamente distrutta. Ma il fumo ha danneggiato altre stanze. Due appartamenti sono stati dichiarati inagibili dai vigili del fuoco. Anche l’inquilina dell’appartamento al terzo piano, la signora Anita De Meio Tenan dovrà lasciare la casa per almeno 5 giorni. «Purtroppo è andata così - spiega. Ma poteva andare peggio».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Leggi anche
Video