Luca De Carlo ora è senatore: «Sento una grande responsabilità»
BELLUNO
Subito vicino al 70%, ma lo spumante è rimasto in frigo per ore. Difficile brindare alla rielezione in Parlamento, quando lo scrutinio si blocca su quattordici sezioni (su 393). In ballo, del resto, c’è il Senato, e per un candidato che in Parlamento è entrato due volte, e altrettante ne è uscito, la scaramanzia è più che un obbligo: diventa uno stile di vita.
Sono le 17 quando Luca De Carlo supera i cinquemila voti alle suppletive di Verona, pari al 69,62% dei voti scrutinati. Il candidato del Pd, Matteo Melotti, è fermo al 20,66%, quello dei Cinque Stelle Emanuele Sterzi al 9,72%. Tre ore più tardi i numeri sono sempre gli stessi. Il destino vuole che Luca De Carlo debba sudarsi ogni elezione. Ma il margine sugli altri candidati è talmente ampio che si può iniziare a festeggiare. Con sobrietà.
«Vivo questo momento non proprio come una vittoria, sono lì solo perché Stefano Bertocco (senatore veronese di Fratelli d’Italia scomparso a giugno) non ha vinto la sua sfida più importante», commenta a caldo De Carlo. Primo nella storia della Repubblica a prestare il suo servizio per metà legislatura alla Camera e per metà al Senato. Per ripercorrere la sua storia bisogna riavvolgere il nastro al 4 marzo. De Carlo viene eletto alla Camera. Passano dodici giorni e spuntano quattromila voti per Fratelli d’Italia in Calabria. De Carlo deve lasciare il posto a Montecitorio al collega. Un successivo ricorso lo riammette: era stato sbagliato un verbali, De Carlo è ufficialmente un deputato della Repubblica. È il 23 marzo 2018. Sospiro di sollievo per lui, ma la storia, purtroppo, ogni tanto si ripete ed ecco che il 30 giugno un riconteggio dei voti assegna lo scranno a Montecitorio a Giuseppe Paolin, della Lega. Luca De Carlo torna a Calalzo, sindaco a tempo pieno. Fino a ieri: il voto nel Veronese lo riporta a Roma.
«Il primo pensiero, mio e del partito, va a Stefano Bertocco. Guardando al risultato del voto, c’è la grande soddisfazione di aver vinto con ampissimo margine: è la dimostrazione che quando il centrodestra corre unito vince sempre», continua il neo senatore. «Un grande risultato comporta anche una grande responsabilità, e mi impegnerò al massimo per onorare il nuovo incarico».
Il primo passo sarà «prendere tutte le proposte di legge che avevo depositato alla Camera e presentarle al Senato», continua. Del resto ci sono due anni e mezzo prima delle prossime elezioni... «Io spero meno», ribatte pronto De Carlo. Gli manca il brivido di un’elezione? Tutt’altro: «Mi auguro che si torni presto a votare, perché questo Parlamento non rappresenta più la maggioranza degli italiani. Il voto non mi spaventa: baratterei subito il mio seggio per permettere agli italiani di tornare al voto. Conscio anche del fatto che potrei rientrare, perché il partito è in forte crescita e il taglio dei parlamentari non dovremmo crearci problemi».
Il partito è in crescita anche in Regione, come dimostrano i primi dati dello spoglio: «Guadagniamo circa due punti e mezzo rispetto alla precedente elezione, siamo l’unico partito in crescita a fronte dell’exploit di Luca Zaia. Un dato che accresce e fortifica il nostro consenso», conclude De Carlo. Che non festeggerà la rielezione in Parlamento: «Attendo l’esito delle regionali, per poi festeggiare con i ragazzi che hanno preso parte a questa campagna elettorale», conclude De Carlo. —
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