Luca: «La mia procura non è competente»
A Belluno il caso è chiuso. Il procuratore della Repubblica, Paolo Luca non può riaprire le indagini sulla scomparsa, le violenze sessuali e l’omicidio di Rossella Corazzin. Il presunto sequestro di persona del 21 agosto 1975 da parte di una banda di romani in vacanza a Cortina è un reato ormai prescritto e sarebbe l’unica ipotesi di reato collocabile in provincia di Belluno. Decaduta anche la violenza sessuale, che peraltro si sarebbe consumata nella villa sul Trasimeno di proprietà della famiglia Narducci. L’unico reato ancora perseguibile è l’omicidio, che tuttavia sarebbe di competenza della magistratura di Perugia. Al di là di questo, considerato che i reati sono più di uno, si procederebbe comunque in Umbria, dove è avvenuto quello più grave. A Belluno, non si può fare niente, in ogni caso. «Non lo dico io, ma il Codice di procedura penale e questo dovrebbero saperlo molto bene gli avvocati della famiglia Corazzin», allarga le braccia Luca, «non ho alcun potere di riaprire il fascicolo. Gli unici in grado di farlo sono i colleghi della procura di Perugia, che invece hanno deciso di archiviare una volta per tutte, evidentemente perché non hanno trovato alcun tipo di riscontro alle parole di Angelo Izzo». (g.s.)
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