Luce nell’arcidiaconale il vescovo è incantato

Pieve di Cadore. Ricognizione dei lavori di restauro con monsignor Soravia «Non sembra più la stessa chiesa», ha commentato visibilmente soddisfatto
PIEVE DI CADORE. «Non sembra più la stessa: una luminosità inimmaginabile prima del lavori che fa risaltare la bellezza delle opere d'arte esistenti», così ha affermato domenica pomeriggio il vescovo Marangoni entrando nella chiesa arcidiaconale di Pieve, dove sono arrivati nella fase conclusiva i restauri iniziati il 20 marzo scorso. Di ritorno da Lorenzago, dove si era recato per una cerimonia in ricordo del trentennale della prima visita di San Giovanni Paolo II, il vescovo ha fatto sosta a Pieve per salutare l'arcidiacono. Mons. Soravia non ha perso l'occasione di fargli vedere in anteprima il risultato dei mesi di lavoro impiegati per riportare alle origini l'interno della grande chiesa arcidiaconale dedicata a S.Maria Nascente. «I lavori non sono terminati», ha spiegato l'arcidiacono al visitatore in una chiesa ingombra di strumenti di lavoro e di banchi accatastati.


Iniziato nel marzo scorso il restauro è quasi finito ed ora è possibile fare una prima valutazione del risultato. Il colore delle pareti è ritornato allo stato originale, di quando circa 200 anni fa era stato fatto un lavoro completo. A dire il vero, ha aggiunto, un primo restauro era stato fatto in occasione dell'anno giubilare del 1950, ma non aveva riguardato tutta la chiesa, bensì solo una parte. Questa volta il restauro è completo, ad eccezione dei basamenti in pietra delle colonne. Oggi la chiesa è molto luminosa ed anche l'illuminazione mette in risalto maggiormente le opere d'arte sulle pareti». «È vero, oggi c'è luce dappertutto», ha commentato il vescovo, ammirato e stupito da quanto stava vedendo, «la differenza è molto forte dall'ultima volta che l'avevo vista, prima dell'inizio lavori».


Il vescovo ha osservato tutto da vero intenditore, commentando quanto era sotto i suoi occhi. «Come può vedere», ha aggiunto l'arcidiacono, «anche l'illuminazione è stata studiata come una forma artistica di ulteriore abbellimento delle opere: le nuove luci sono Led: oltre ad essere più luminose, consumano meno energia, quindi il costo delle bollette sarà inferiore. Per aumentare l'aspetto scenografico sono stati illuminati con piccole lampadine anche gli stucchi e gli angioletti del pulpito». Il vescovo ha voluto osservare anche l'altare sul quale si trovava la pala di Tiziano. «Il dipinto», ha spiegato l'arcidiacono, «oggi è stato spostato nella casa natale del pittore perché altrimenti finché i restauri non sono terminati, nessuno avrebbe potuto vederlo e non sarebbe stato al sicuro. Così invece, i turisti lo possono ammirare ed è protetto. Sul fondo della parete dell'altare dove tornerà a fine agosto, sono già stati predisposti i sensori per la sua protezione e il collegamento degli allarmi». Al termine della visita, durata un’oretta, il vescovo si è dimostrato soddisfatto.


Vittore Doro


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