Luci e ombre nel manifatturiero
BELLUNO. Fatturato e occupazione in calo, crescono produzione e ordini. Luci e ombre nel primo trimestre 2016 del settore manifatturiero in provincia di Belluno. a dirlo lo studio della Camera di commercio di Treviso Belluno, che ha preso un campione di 450 aziende nei due territori, per un totale di 20 mila addetti. «Siamo una provincia unica dal punto di vista economico», ha precisato il neo presidente Mario Pozza, alla sua seconda salita nel Bellunese.
Se da un lato ci sono numeri che, raffrontati con la fine del 2015, raccontano di una “ripresa” o meglio di un recupero lento dell’economia bellunese (sono quelli relativi alla produzione che cresce del 4% e degli ordini sia interni - più 10,8% - che esteri - più 1.8%), per quanto riguarda il fatturato e l’occupazione ancora non ci siamo. Il primo registra nei primi tre mesi dell’anno un calo dell’4.8%, mentre l’occupazione scende dell’1.7%.
«Un dato che risente del termine delle agevolazioni fiscali messe in campo dal governo, per le quali nel 2015 c’era stato, soprattutto negli ultimi mesi dell’anno, un vero e proprio boom», ha registrato Pozza.
«Tutto cambia se invece si rapportano i dati dell’inizio 2016 con lo stesso periodo del 2015», ha precisato la referente dell’ufficio statistica di Belluno, Monica Sandi. «In questo caso i dati sono tutti positivi: +4% per la produzione, +5.6% per il fatturato totale, +8.3% per gli ordini interni, +8.1% per quelli esteri, mentre l’occupazione resta invariata. E questo anche grazie alla tenuta della piccola impresa, che ha migliorato alcuni risultati anche all’estero».
Per quanto riguarda, invece, le previsioni per il secondo trimestre di quest’anno, gli imprenditori si dicono cautamente ottimisti per tutte le voci, tranne che per l’occupazione, che presenta ancora un segno meno. A tirare, nel Bellunese, ci sono come sempre l’occhialeria e l’export a essa collegato.
«Non siamo usciti dalla crisi, anche se il 2015 è stato un anno di inversione di tendenza», ha ribadito Federico Callegari, del centro studi camerali di Treviso, «siamo in una fase di ripartenza fragile».
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