L'ufficiale giudiziario mette i sigilli al Gran Caffè Tiziano

 I lucchetti apposti alle tre porte d’ingresso certificano la fine dell’era Pompanin nello storico locale della piazza di Pieve di Cadore
PIEVE DI CADORE. I lucchetti apposti alle tre porte d’ingresso certificano la fine dell’era Pompanin al Gran Caffè Tiziano di Pieve. Epilogo ampiamente preventivato, ma non per questo meno amaro.


La lunga vicenda giudiziaria, durata un anno e legata alla gestione dello storico esercizio commerciale cadorino, ha scritto ieri mattina la parola fine con mezz’ora d’anticipo rispetto ai programmi. La visita dell’ufficiale giudiziario Laura Cancemi, inizialmente prevista per le 12, si è materializzata intorno alle 11.30 con il supporto della forza pubblica.


Una pattuglia dei carabinieri di Pieve, insieme ad un vigile urbano, ha “concretizzato” le disposizioni scritte sul mandato in mano all’ufficiale giudiziario, che forse si attendeva anche un’accoglienza non troppo cordiale da parte dell’imprenditore di origini ampezzane ma cadorino d’adozione Stefano Pompanin. Ed invece tutto è filato liscio, in un clima sì teso ma dai toni pacati. Pompanin ha accompagnato la stesura del verbale di sgombero forzato in silenzio, senza batter ciglio. Un atteggiamento di rassegnazione ben diverso da quanto prospettato alla vigilia. Probabilmente un atto esecutivo così repentino non era stato messo in preventivo dall’ormai ex gestore del Tiziano, rimasto spiazzato davanti alla presenza dei carabinieri. Ed invece il piano di recupero dell’immobile era già pronto e studiato nei minimi dettagli, tanto è vero che la delegazione composta da ufficiale giudiziario e forza pubblica ha varcato la soglia del Gran Caffè Tiziano accompagnata da un artigiano di Pieve preventivamente incaricato dalla Magnifica di modificare immediatamente le serrature delle tre porte d’ingresso. Contestualmente è iniziato lo sgombero dei locali: bottiglie, vivande di vario genere ma anche bicchieri e piatti, alcuni dei quali rovinosamente caduti a terra rompendosi in mille pezzi, sono stati trasportati fuori dal Tiziano attraverso una porta situata nel retro con l’obiettivo di mantenere il tutto lontano dagli occhi indiscreti della piazza. Completato lo sgombero, sono stati i carabinieri, una volta accompagnati i presenti fuori dai locali e spente tutte le luci, a certificare l’avvenuta chiusura del Gran Caffè Tiziano apponendo un grosso lucchetto su una delle porte. Dentro è rimasto solo il bancone, oggetto del contendere tra le parti in causa: la Magnifica da una parte, proprietaria del locale ma anche della licenza commerciale ad esso collegata, e l’imprenditore Stefano Pompanin, che ha gestito il Gran Caffè Tiziano negli ultimi dieci anni.


Bancone il cui destino è da considerare ancora incerto.


Pompanin, infatti, stando a quanto trascritto sul verbale dall’ufficiale giudiziario, avrà alcuni giorni a disposizione per decidere se lasciarlo lì o portarlo via. Se dovesse optare per la seconda ipotesi, l’imprenditore potrà tornare nei locali del Tiziano previo accordo con la Magnifica che, attraverso un proprio incaricato, provvederà a riaprirgli le porte per il tempo strettamente necessario a smontare la struttura dalle grandi dimensioni e a caricarla su un automezzo.


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