L'ultimo saluto a Henry: «La vera maturità l’avevi già presa»

Commozione a Polpet per l’addio al diciannovenne studente del Catullo portato via dalla distrofia muscolare a un mese dall’esame di Stato
Funerale Henry RRoqja
Funerale Henry RRoqja

Palloncini bianchi al funerale di Henry Rroqja a Ponte nelle Alpi

PONTE NELLE ALPI. Henry non c’è più ma il suo insegnamento di vita rimarrà per sempre. Tantissime persone erano presenti al cimitero di Polpet per l’ultimo saluto a Henry Rroquja, lo studente diciannovenne del Catullo di Belluno stroncato dalla distrofia muscolare. L’ultimo saluto è stata una cerimonia civile semplice ma molto toccante, alla presenza dei famigliari, amici, compagni di classe e tanti docenti del Catullo con il preside Michele Sardo.

«Henry ora non ci sei più, cosa ti è venuto in mente - dicono gli amici - non riusciamo ancora a credere che ci hai lasciato per sempre. Stiamo ancora aspettando uno dei tuo soliti messaggi, sempre puntuali alle 17.01 di ogni giorno, in cui c’era la classica domanda: “Ragazzi qualcuno esce?”. Per noi sei stato veramente un dono perché ci hai insegnato che davvero tutto è possibile, ogni sogno poteva davvero realizzarsi. La carrozzina in cui eri costretto a muoverti certo non era un problema visto che siamo lo stesso andati ovunque: al mare, in montagna e perfino in discoteca. Ne abbiamo fatte tante insieme, bevute comprese. Di sicuro resterai per sempre nei nostri cuori».

Il pianto dei compagni di scuola: «Henry ci difendeva sempre dai prof»

Il padre Anest, di origini albanesi e conosciuto a Ponte per la gestione di una ditta di autonoleggio, non ha avuto la forza di fare un discorso pubblico ma ha voluto comunque ringraziare tutti i numerosi presenti, dimostrazione del l’affetto per Henry da parte di tutta la comunità.

Anche gli insegnanti e i compagni di scuola hanno anche loro voluto dare la loro testimonianza, affermando che il giovane era divenuto un perfetto esempio di integrazione dove la disabilità non solo era superata ma considerata un valore aggiunto e insegnamento di voglia di vivere e andare avanti nonostante le difficoltà. Difficoltà che si sono dimostrate nei fatti solamente fisiche ma non mentali.

Muore a 19 anni Henry, "eroe" del Catullo

A nome della scuola ha parlato la professoressa Rosaria Ranon, che coordina la classe quinta frequentata da Henry, una delle docenti che lo conosceva meglio insieme all’insegnante di sostegno Grazia Lombardo. «Gli occhi di Henry non vedevano ma parlavano - spiega la docente - trasmetteva sempre un’idea di serenità anche nelle giornate in cui c’erano dei problemi e delle difficoltà. Una felicità di fondo che si manifestava anche quando diceva no, con il suo inconfondibile movimento della testa. Tanti sono gli episodi che si possono ricordare. C’è stata quella volta in gita a Trento in cui ci ha fatto da vero e proprio navigatore, era lui la nostra guida. Era talmente entusiasta che dovevamo dirgli di andare più piano. C’è stata poi quella volta di ritorno dalla gita a Milano in cui le sorelline lo hanno assalito di felicità saltando sopra la carrozzina per festeggiare il suo rientro».

«Veniva davvero volentieri a scuola - continua la professoressa Ranon - si era integrato sin da subito in tutto e per tutto. Si può dire che non c’è stato bisogno di un percorso di integrazione per la disabilità. Questo grazie anche all’assistenza e al supporto della famiglia. Se Henry infatti ha vissuto così bene è tutto merito della famiglia che ha saputo trasmettergli una grande serenità. Tra un mese avrebbe avuto gli esami di maturità ma secondo me la vera maturità Henry l’aveva già presa. Lui sarà ancora con noi grazie ai preziosi insegnamenti che ci ha lasciato giorno per giorno».

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