L’Uncem al tavolo veneto «La partita ora è solo politica»
BELLUNO. Primo incontro ieri mattina in Regione tra i presidenti dell’Uncem e dell’Anci, Ennio Vigne e Maria Rosa Pavanello, l’assessore veneto Ciambetti e il referente del Nord est di Poste Italiane. Sul tavolo il futuro dei piccoli uffici postali.
Un incontro che Vigne reputa positivo: «Abbiamo gettato le basi per un percorso fatto di confronto e di concertazione sulle scelte utili al nostro territorio. Ma bisognerà capire tutti noi dove vogliamo andare; dobbiamo essere consapevoli che, visti i tagli economici in tutti i settori, non sarà più possibile difendere tutto quello che abbiamo oggi».
La premessa da cui è partito il sindaco di Santa Giustina in qualità di presidente dell’Unione delle Comunità montane venete, si rifà a una norma: «Come previsto dall’Authority, nei comuni montani non possono essere chiusi gli uffici postali. Ad eccezione dei paesi dove ce ne sono più di due (dai tre in su) e laddove il rapporto tra numero di sportelli e abitanti sia inferiore a 800», spiega il primo cittadino.
Per quanto riguarda, invece, l’orario di apertura, una riduzione fino a 18 ore settimanali è ammessa in presenza di un solo ufficio postale. «Da questi due punti fissi», continua il presidente Uncem, «bisogna partire per governare politicamente la situazione. Una cosa deve essere però chiara: nel confronto con Poste Italiane non possiamo pensare di difendere con le barricate l’attuale livello di presenza sul territorio. Anche perché lo Stato, che garantisce l’apertura di questi uffici in territori disagiati come servizi sociali, ha ridotto i trasferimenti. A questo punto serve raggiungere un compromesso e deve essere il territorio a presentare delle proposte alternative».
La Regione Veneto, nel frattempo, si è fatta intermediaria e tramite il proprio ufficio statistico stabilirà parametri socio-economici diversi tra pianura e montagna per giungere a soluzioni che rispondano da un lato alla volontà dello Stato di privatizzare le Poste, dall’altro all’esigenza del territorio di garantire il servizio tramite sportelli magari multiservizio.
«Stando così le cose», spiega Vigne, «è chiaro che l’ufficio di Meano non dovrebbe essere toccato, poiché ne abbiamo soltanto due a Santa Giustina. Lo stesso per Bolzano Bellunese, visto che il comune di Belluno, pur avendo più sportelli, non ha un rapporto inferiore agli 800 abitanti per ufficio».
Non appena Venezia avrà steso i parametri socio-economici, il tavolo si riunirà. «Ma prima sarebbe importante che l’Uncem si ritrovasse, alla presenza delle attività produttive, per decidere cosa fare del territorio».
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