L’Unità riabilitativa nascerà ad est

L’Usl ha invitato le case di riposo dell’area da Cesio a Santa Giustina alla Sinistra Piave a candidarsi per ospitare la struttura

FELTRE.

La prima Unità riabilitativa territoriale, in sigla Urt, prevista nel Piano sociosanitario regionale come struttura intermedia per le dimissioni protette, sarà realizzata nell’area Feltrino est, ossia nell’Aggregazione delle funzioni territoriali (Atf) che riunisce i comuni della Pedemontana, da Cesiomaggiore a Sedico.

Le case di riposo di Cesiomaggiore, Lentiai, Mel, Santa Giustina, Sedico e Trichiana sono state invitate a presentare la candidatura per attivare sette posti letto con i requisiti di assistenza protetta e riabilitativa per pazienti dimessi dall’ospedale che hanno bisogno di sostegno prima di tornare a casa o di essere accolti in una Rsa.

Dopo la raccolta delle candidature, una commissione giudicatrice verificherà la rispondenza agli standard previsti dalla normativa.

La commissione sarà composta dal presidente, individuato nel direttore di Distretto, Alessio Gioffredi, e dai componenti, il direttore di Cure primarie, Erika Sampognari, e il direttore del servizio Acquisizione, organizzazione e gestione risorse tecniche.

Nella fase successiva l’Usl 2 stipulerà l’accordo contrattuale, ma solo se ci sarà da parte della Regione l’autorizzazione all’esercizio e la presentazione della domanda di accreditamento.

L’Unità riabilitativa territoriale ha funzioni sovrapponibili a quelle dell’ospedale di comunità. Quello di Alano, avviato tre anni fa, è il primo ospedale di comunità del Veneto. Un riconoscimento che si è tradotto nell’autorizzazione all’esercizio un anno fa giusto, con decreto firmato da Domenico Mantoan, segretario regionale della sanità.

La prima struttura intermedia alle pendici del monte Tomba ha dunque inaugurato, prima del Piano sociosanitario regionale, un disegno di efficacia ed efficienza per snellire (ma anche per far “dimagrire” l’ospedale quanto a posti letto) le dimissioni dal Santa Maria del Prato senza lasciare senza protezione i soggetti fragili, a partire dagli anziani con polipatologia e poco sostenuti a livello familiare.

L’ospedale di Alano ha ampliato i posti letto dai quindici iniziali ai venti attuali. Mancavano sette posti letto di struttura intermedia da attivare sul territorio. Si è dunque pensato all’aggregazione territoriale più vasta, l’Aft orientale, che oltre a contare sul bacino di utenza più ampio (con i comuni di Cesiomaggiore, Lentiai, Mel, San Gregorio, Santa Giustina, Sedico, Sospirolo, Trichiana), porta anche case di riposo attrezzate e già promosse quanto a riconoscimenti nella gestione, che si candidano nell’offerta di posti letto finalizzati alla riabilitazione.

Laura Milano

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