Lupi e orsi in provincia di Belluno: «Un ritorno normale»

Palazzo Piloni e la polizia provinciale stanno monitorando la situazione. «Si tratta di singoli animali: difficile pensare ad una “invasione”»

BELLUNO. «Non siamo di fronte a una situazione allarmante o imprevista, ma ad un’evoluzione naturale dello stato delle popolazioni selvatiche che condividono con noi il territorio».

La fauna selvatica della provincia di Belluno si sta ripopolando. E ne sono la prova i più o meno recenti avvistamenti che hanno riguardato anche i grandi predatori: non solo l’orso, ma pure il lupo. Con le conseguenti preoccupazioni degli allevatori che, in diversi casi, hanno subito anche dei danni.

E la Provincia di Belluno, su iniziativa del consigliere Pier Luigi Svaluto Ferro, ha voluto fare il punto della situazione. «Vogliamo tranquillizzare la cittadinanza», sottolinea Svaluto. «Questo ente, da sempre e fino a quando la normativa attualmente in vigore non cambierà, si occupa di tutela e gestione della fauna selvatica attraverso il proprio corpo di Polizia provinciale e l'ufficio faunistico. Continueremo a essere attenti alla problematica, raccogliendo le informazioni provenienti dal territorio, intervenendo in caso di necessità e collaborando con enti, associazioni e singoli cittadini per mitigare eventuali impatti dovuti alla presenza di animali selvatici». Detto questo, lo stato di cose attuale, come ribadito da Palazzo Piloni, non è allarmante.

Il lupo in pieno giorno in Alpago

Il ritorno dei predatori. «La notizia diffusa in alcuni ambienti che il lupo sarebbe stato "liberato" da qualcuno nella nostra provincia è una "bufala"», mette in risalto Svaluto con Oscar Da Rold, comandante della Polizia provinciale, e Loris Pasa, responsabile caccia e pesca per il settore pianificazioni.

«Il ritorno dei predatori è un fenomeno previsto da diversi anni dai tecnici faunistici. Fenomeno che, per quanto riguarda in particolare il lupo, è legato all'espansione della popolazione appenninica in atto già dagli anni Novanta, ma anche di quella balcanica. A questo si aggiunge l’evoluzione del nostro ambiente: l’aumento degli ungulati funge da serbatoio di prede su cui si sviluppa il ritorno di predatori».

Il lupo: indagini in corso. Il lavoro della Polizia provinciale ha consentito di rilevare tracce di animali compatibili con quelle del lupo. Allo stato attuale, però, non è possibile definire con certezza il numero di individui presenti sul territorio. «E non possono nemmeno essere definiti come stabili», spiegano Christian Losso, ispettore e coordinatore del sistema di monitoraggio, e Stefano Vendrami, tecnico faunistico. Le zone interessate dalla presenza di questo animale sono quelle della parte meridionale della provincia, nel Massiccio del Grappa, nella dorsale Prealpina a confine con Treviso, nell’area del Cansiglio e vicino al gruppo montuoso del Sella. Ma sono in corso anche le indagini per stabilire se le pecore uccise fra Valmorel e Tassei e in Alpago siano state sbranate da un lupo.

«L’orso è inconfondibile», aggiungono, «il lupo è invece progenitore dei cani e, da alcuni di essi, difficilmente distinguibile. Tra l’altro, le fototrappole che abbiamo posizionato hanno rilevato in zone remote del territorio la presenza di cani vaganti, anche di grossa taglia. I campioni raccolti sono stati inviati in Regione attraverso il progetto "WolfAlps" (che mira al monitoraggio, non al ripopolamento, ndr). Solo l’analisi genetica ci permetterà di avere dati certi».

In ogni caso per il territorio provinciale, se venisse confermata la presenza, si parla di singoli individui e non di popolazione. «E non saremmo invasi dai lupi nei prossimi anni», evidenzia Losso. Inoltre, se l'orso può attaccare l'uomo se percepisce un pericolo per i suoi cuccioli, il lupo etologicamente è diverso. «Si tratta di un animale molto più schivo ed eventi di aggressione alle persone sono assai improbabili».

L'orso a Ospitale. Un esemplare del mammifero è stato individuato nelle ultime settimane di aprile tra Valle del Piave e Zoldano, in particolare nella zona di Ospitale. La sua genetica e la provenienza non sono ancora state determinate, si attende il responso delle analisi sulle tracce biologiche. Confermato, per quanto riguarda gli avvistamenti dello scorso anno, il passaggio di un orso maschio "Gen23" di provenienza slovena, già campionato in provincia di Udine.

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