«Lupi inseguiti: animali sottoposti a un enorme stress. Atto deprecabile e senza senso»

La Provincia pensa alla costituzione di parte civile in un procedimento contro l’automobilista. Gli esperti: «Nessun pericolo per l’uomo né rischi di crescita incontrollata dei branchi» 

IL CASO

Irene Aliprandi / BELLUNO


«Dal Medioevo ad oggi non è mai stato registrato un attacco all’uomo da parte dei lupi». A ricordarlo è Franco De Bon, consigliere provinciale delegato a caccia e pesca e ex dipendente del corpo di Polizia provinciale. Parole confermate da uno dei ricercatori faunistici più noti delle Alpi orientali, Paolo Molinari, e da un veterinario specializzato in fauna selvatica, Massimo Nicolussi.

All’ondata di indignazione per il video dei lupi inseguiti in auto si aggiunge anche la Provincia, che non esclude la costituzione di parte civile nell’eventuale procedimento a carico dell’autore del gesto: «Noi gestiamo la funzione delegata dalla Regione», ricorda De Bon, «quindi dovremo confrontarci, ma direi che sarà altamente probabile, perché si è trattato di un atto deprecabile, senza senso e con rilevanza penale. Siamo di fronte a un lungo inseguimento, fatto con volontà e consapevolezza». Evitare sofferenze è il principio cardine: «Fino agli anni 80 si potevano usare i cani per la caccia agli ungulati. Noi li abbiamo vietati, proprio perché crediamo che anche l’attività venatoria vada svolta nella maniera meno stressante possibile per gli animali», aggiunge De Bon, che non è contrario a priori a un ragionamento sui lupi: «Prima però bisogna dimostrare di aver messo in atto tutte le misure necessarie per proteggere gli allevamenti. E in questo momento non è così. Inoltre diffondere l’idea che il lupo è pericoloso per l’uomo è privo di fondamento scientifico e statistico: il lupo teme l’uomo e lo evita. Ma continuerà ad avvicinarsi fino a quando troverà capi da allevamento facilmente accessibili per l’assenza di protezioni».

«Quella per i lupi è una paura atavica», spiega Nicolussi, «sobillata da allevatori e cacciatori per suggestionare quella parte di popolazione che ha una posizione neutra sull’argomento. Non c’è nulla di pericoloso nell’incontro con un lupo: al massimo si gira a guardare perché è curioso. Anche affermare che il numero di lupi potrebbe diventare insostenibile non ha senso: ogni branco ha bisogno di grandi spazi e non diventa mai troppo numeroso perché i lupacchiotti sotto l’anno di età vanno in dispersione e, se capitano nel territorio di un altro branco, vengono predati. Il lupo favorisce un sistema in equilibrio perfetto, è arrivato qui da solo e fa parte della fauna selvatica delle nostre montagne». Resta il problema degli allevamenti, ma nel vicentino si sta sperimentando una soluzione che potrebbe essere utile: «Una femmina alfa è stata radiocollarata e quando il suo branco si avvicina a malghe o pascoli i proprietari vengono avvisati». Considerando che in provincia di Belluno ci sono 7-8 branchi, questa potrebbe essere una misura sostenibile.

Infine i timori per la salute dei lupi inseguiti nel video: «Sicuramente si è trattato di uno stress notevole, anche per il periodo, ma se si fosse trattato di ungulati sarebbe stato peggio», dice Nicolussi. Molinari conferma, ma avverte: «Di fronte a un fortissimo stress come quello visto nel video le conseguenze potrebbero essere fatali: produzione di adrenalina, accumulo di acido lattico con danni permanenti fino alla morte dell’animale». —

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