Lupi, notte di caccia: nonostante i recinti decimate le greggi di due allevatori

Bernardi ha perso tre daini e cinque pecore a Villa di Villa. Alex Gava in Val Menera ha visto uccisi quindici ovini

BORGO VALBELLUNA. Lupi affamati e, dunque, nuove razzie: da Mel all’altopiano del Cansiglio. Tre daini e cinque pecore nella fattoria didattica di Walter Bernardi, a Villa di Villa. Addirittura 15 ovini nell’allevamento di Alex Gava in Val Menera, sull’altopiano del Cansiglio.

BERNARDI SARCASTICO

«Possiamo dirlo? Stanno vincendo i lupi» è il primo commento di Bernardi, che di professione fa l’insegnante, ma che ha una grandissima passione per gli animali: ben 35 nella sua fattoria, tra cui alcuni lama. È la prima volta del lupo in “casa” Bernardi. Ma l’amarezza è comunque totale, «anche perché», afferma, «la mia è solo una passione orientata alla scuola, non faccio allevamento per cui metto neppure in conto un rischio d’impresa. Non me l’aspettavo proprio, soprattutto perché ho innalzato una recinzione di ben 2 metri e 40. Quindi non so proprio come quei carnivori siano potuti entrare».



SCONFORTATO GAVA

È lo stesso interrogativo che si pone Alex Gava, in Cansiglio. Già alle nove di sera l’allevatore trevigiano, con una mandria e un gregge al pascolo sull’altopiano, aveva sentito l’ululato dei lupi, mentre i cervi in amore lanciavano gli ultimi bramiti. Mai, però, si sarebbe aspettato la visita dei carnivori durante la notte. Ieri mattina, quando si è alzato verso le cinque, ha trovato, dentro il recinto, le prime pecore sgozzate. Pensava che il numero fosse limitato ad una manciata di ovini. Ma nella mattinata ne ha scoperti, sul pascolo e dentro il bosco, ben 15 morti. Una strage, insomma. Siamo in val Menera, dove la famiglia Gava conduce uno dei più storici allevamenti dell’altopiano e gestisce anche un avviato agriturismo. Un’ottantina di mucche, 120 tra pecore, agnelli e capre: questa la realtà zootecnica che i Gava portano avanti con puntuale interesse, ma dopo questo assalto qualche dubbio sta intaccando le loro certezze. Già cinque anni fa la presenza dell’orso e poi, appunto quella del lupo. Ad ogni predazione, decine di vittime. «Con tanta cura abbiamo tirato su un recinto alto un metro e quaranta, in parte in legno, in parte elettrificato», racconta Alex, «sembrava tenere, infatti in questi ultimi anni non avevamo registrato attacchi». Amara sorpresa, dunque, quella di ieri mattina.



LA RICOSTRUZIONE

È stato trovato divelto il cancello d’ingresso del recinto. «Immagino che solo un grande cervo possa averlo sfondato con la potenza della sua corsa. Evidentemente era inseguito non da uno o due lupi, ma da un branco. Quando sono entrati, i carnivori », ricostruisce Gava, «probabilmente hanno lasciato perdere l’ungulato e si sono fiondati sulle povere pecore, entrando per la prima volta perfino in stalla». Alcuni ovini sono stati recuperati a circa 500 metri di distanza, vicino alle case di Pian Osteria. Altri sono stati intercettati sui prati e nel bosco in fondo a Val Menera, da dove provenivano ulteriori ululati ancora all’alba. Gava ha chiesto l’intervento dei veterinari dell’azienda sanitaria e della Polizia provinciale, che hanno dato il benestare alla rimozione delle carcasse. Di due pecore non restano che poche ossa. Altre, una volta ammazzate, sono state abbandonate. Altre ancora risultano ferite. «Non è da escludere che i lupi ritornino nelle notti prossime», sospira di preoccupazione l’allevatore. Gava ha la possibilità di chiedere il risarcimento, «ma», spiega, «questo non è assolutamente un bel lavorare». Tra l’altro lo allarma una “trincea” scavata sotto il recinto dove può passare comodamente un grande lupo. —

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