Lupo, «gli allevatori si attrezzino»

Cristiano Fant (Enpa): «La presenza dei predatori nel nostro territorio è normale»
Un lupo in un'immagine d'archivio. ANSA Lesemplare, rinvenuto agonizzante per avvelenamento, ?? stato salvato dalla Forestale e dal personale veterinario Perugia, 7 marzo 2013 - Torna in libert?? il giovane lupo che rischiava di morire avvelenato, in Umbria, se non fosse stato per il tempestivo intervento del Corpo forestale e del servizio veterinario, allertati dalla segnalazione di un privato cittadino. Ezechiele Jr, questo il soprannome dellesemplare maschio di circa due anni, lo scorso sabato si aggirava agonizzante in localit?? San Giovanni di Boschetto, una zona montana del comune di Nocera Umbra (PG), quando ?? stato avvistato dalluomo che ha lanciato lallarme. Sul posto sono accorsi un medico veterinario e i Forestali del Comando Stazione di Nocera Umbra e al lupo ?? stata somministrata una dose di antidoto e una di anestetico cos?? da permetterne la cattura. Una volta prelevato e trasportato dai Forestali presso lo studio del veterinario, ?? stato sottoposto ad alimentazione tramite fleboclisi e alle cure adeguate. Le cronache degli ultimi giorni riportano in drammatica evidenza il grave fenomeno dellabbandono di esche e bocconi avvelenati in varie zone della regione. Basti pensare ai due lupi trovati morti a distanza di pochi giorni luno dallaltro allinterno del Parco dei Monti Sibillini. ?? emergenza, quindi, per questa specie, protetta ma minacciata dalle insidie della pressione antropica e del bracconaggio. Dai primi controlli ?? emerso che lesca avvelenata ingerita dal mammifero fosse costituita da sostanze diserbanti. La Forestale ha avviato ampie indagini mirate ad individuare i responsabili della vicenda. Nel frattempo lupo Ezechiele ha ripreso a correre riconoscente tra i boschi di una delle regioni pi?? verdi dItalia.
Un lupo in un'immagine d'archivio. ANSA Lesemplare, rinvenuto agonizzante per avvelenamento, ?? stato salvato dalla Forestale e dal personale veterinario Perugia, 7 marzo 2013 - Torna in libert?? il giovane lupo che rischiava di morire avvelenato, in Umbria, se non fosse stato per il tempestivo intervento del Corpo forestale e del servizio veterinario, allertati dalla segnalazione di un privato cittadino. Ezechiele Jr, questo il soprannome dellesemplare maschio di circa due anni, lo scorso sabato si aggirava agonizzante in localit?? San Giovanni di Boschetto, una zona montana del comune di Nocera Umbra (PG), quando ?? stato avvistato dalluomo che ha lanciato lallarme. Sul posto sono accorsi un medico veterinario e i Forestali del Comando Stazione di Nocera Umbra e al lupo ?? stata somministrata una dose di antidoto e una di anestetico cos?? da permetterne la cattura. Una volta prelevato e trasportato dai Forestali presso lo studio del veterinario, ?? stato sottoposto ad alimentazione tramite fleboclisi e alle cure adeguate. Le cronache degli ultimi giorni riportano in drammatica evidenza il grave fenomeno dellabbandono di esche e bocconi avvelenati in varie zone della regione. Basti pensare ai due lupi trovati morti a distanza di pochi giorni luno dallaltro allinterno del Parco dei Monti Sibillini. ?? emergenza, quindi, per questa specie, protetta ma minacciata dalle insidie della pressione antropica e del bracconaggio. Dai primi controlli ?? emerso che lesca avvelenata ingerita dal mammifero fosse costituita da sostanze diserbanti. La Forestale ha avviato ampie indagini mirate ad individuare i responsabili della vicenda. Nel frattempo lupo Ezechiele ha ripreso a correre riconoscente tra i boschi di una delle regioni pi?? verdi dItalia.
BELLUNO. Il lupo attacca le greggi? La responsabilità è anche degli allevatori. «La presenza di predatori nel nostro territorio è da ritenersi normale. Dove non arrivano i lupi o gli orsi arrivano volpi, faine e cani randagi. E spesso questi ultimi compiono razzie delle quali vengono incolpati i lupi stessi», spiega Cristiano Fant, referente Enpa (ente nazionale protezione animali) per la provincia di Belluno. Che interviene per offrire un contributo al dibattito che si sta scatenando sulla presenza del lupo nel Bellunese.


Sul Visentin vive una coppia con sei cuccioli. Quest’estate ci sono stati svariati attacchi alle pecore (e in un caso anche ad una vitella) all’alpeggio fra Nevegal e Visentin e gli allevatori sono in allarme. Minacciano di abbandonare il territorio, perché perdere una bestia a seguito di un attacco significa vedere andare in fumo soldi ma anche il lavoro di mesi. «Ma quanti di questi attacchi sono veri?», si chiede Fant. «L’anno scorso ho ricevuto moltissime chiamate per le stragi fatte dalle volpi nei pollai. Ma dei dodici controlli effettuati fra Limana e Tichiana in un solo caso ho potuto appurare con certezza che la volpe fosse colpevole, e in tutti i casi vi era una mancanza nella detenzione del pollame. Se gli animali non vengono detenuti secondo le normative e rinchiusi al sicuro durante la notte certe conseguenze sono normali».


Passando al lupo, Fant ricorda che «gli allevatori sono responsabili della custodia degli animali e dove non li tutelano la colpa è loro. Nella zona del Nevegal riceviamo tante segnalazioni per cani vaganti, spesso molto grandi, lupoidi, tranquillamente in grado di uccidere una o più pecore e sfamarsene. Questo è dovuto ai tanti proprietari di cani che non rispettano le normative». E Fant non è nemmeno convinto che il pastore Teodoro abbia visto davvero un lupo: «È un animale molto timido e schivo, riuscire a vederlo è un evento rarissimo. Dubito sia rimasto ad aspettare di essere illuminato dai fari di una macchina rumorosa. Probabilmente il pastore ha visto un cane che per dimensioni e movenze è molto simile (anzi, i lupi sono più piccoli dei cani di molti di noi)». Inoltre, «il lupo non sbrana completamente le pecore. Una volta ucciso l’animale, ne apre l’intestino e se ne sfama, di norma lasciando il resto». Dunque quello che molti dicono essere un lupo potrebbe anche essere un cane, suggerisce Fant.


Che rasserena quanti si preoccupano per l’aumento degli esemplari («solitamente le nascite sono proporzionali alla percentuale di selvaggina presente e di lupi che risiedono nel territorio di appartenenza») e invita a considerare la presenza del lupo nel Bellunese un’opportunità: «Il Colle lamenta da anni, giustamente, una scarsità di turismo e di investimenti per renderlo più appetibile. Il lupo può essere una risorsa turistica di rilevanza importantissima. L’Abruzzo ci ha dimostrato come della presenza del lupo si possa fare una risorsa turistica stupenda, così come gli Stati Uniti e l'Africa fanno da decenni con una giusta detenzione dei loro predatori naturali».


E gli allevatori, che lamentano la perdita di capi? «Ci sono sistemi ampiamente noti per difendere i propri animali da allevamento (recinzioni e cani da pastore in primis)», conclude il referente dell’Enpa per la provincia di Belluno. «La mancanza di tutela da parte loro può infine essere considerata, qualora chi di competenza volesse finalmente tenerne conto».
(a.f.)


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