L’urbanistica tattica trasforma il centro e inventa un nuovo spazio pubblico

L’iniziativa del Comune con lo Iuav ha reinterpretato il modo di stare insieme in tempi di distanziamento sociale

FELTRE

Cambiano gli spazi urbani del centro, temporaneamente. Vele bianche appese tra i palazzi di via XXXI Ottobre da una parte all’altra della strada con il tema dell’ombra, vernice creativa per ridisegnare lo spazio a terra, nuove forme di arredo urbano con aiuole verdi, panchine e sedie a sdraio in piazza Trento Trieste e largo Castaldi.

Ha preso forma il progetto di urbanistica tattica sviluppato dall’università Iuav di Venezia in collaborazione con il Comune per indagare nuove forme di trasformazioni dello spazio pubblico, anche alla luce del distanziamento anti Covid che ha modificato i ritmi e gli stili di vita, mettendo in evidenza il bisogno di socializzare, muoversi, sostare e vivere la quotidianità da parte degli abitanti e dei visitatori.

Si tratta di interventi veloci e reversibili, ma scenograficamente d’impatto. Il risultato è stato svelato ieri, richiamando tante persone incuriosite dalla novità, coinvolgendo i bambini che si sono divertiti con pennello e colori per dipingere l’area pedonale, e animando il centro grazie al contributo artistico del gruppo di lettura “Caratteri atipici”, dell’associazione Koiné con i tamburi e dell’associazione “Donne come noi” con performance vocali. Il laboratorio, mobile e rimodulabile, ha visto impegnato un gruppo di partecipanti al master di secondo livello Pro part dello Iuav, guidato dalla professoressa Francesca Gelli.

«L’urbanistica tattica è un metodo relativamente consolidato come sperimentazione a livello internazionale di trasformazione temporanea e a basso costo di spazi pubblici. Una particolarità questa volta è stata operare nel centro storico, perché in genere questo tipo di interventi si fanno nelle periferie», dice la docente. «Un carattere distintivo è la partecipazione della comunità, oltre che delle istituzioni. La creatività si gioca anche con un po’ di improvvisazione, oltre che di progettazione, per reinterpretare qualsiasi situazione che gli spazi offrono, rompendo un po’ degli schemi con cui siamo abituati a vederli e usarli», aggiunge. «Fai l’esperienza e poi magari da lì si apre una discussione su che tipo di decisioni devono essere prese».

L’assessore ai beni comuni Valter Bonan evidenzia come: «Le proposte sono state pensate ed elaborate all’interno dei laboratori di cittadinanza da cittadini feltrini. Le sedute sono delle forme di permanenza in uno spazio, le vele hanno la funzione di richiamare l’aggregazione e c’è un tentativo voluto di spaesamento sulle strisce pedonali per scomporre l’immagine statica della strada che prima della pedonalizzazione era strutturata nella segnaletica orizzontale per la circolazione del traffico e adesso ha l’ambizione di diventare uno spazio d’incontro», spiega.

«La scelta degli spazi tra piazzetta Trento Trieste, via XXXI Ottobre e largo Castaldi è uno sforzo in più per rendere integrati questi due mondi vicini, ma anche qualche volta lontani». —
 

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