L’Usl 1 chiude il 2013 con un buco di 10 milioni

La direzione strategica è riuscita però a ridurre il deficit previsto all’inizio dell’anno scorso che superava i 20 milioni di euro. Ora la Regione dovrà ripianare

BELLUNO. Si chiude con un disavanzo di 10.378.00 euro il conto economico preventivo 2013 dell’Usl 1, dieci milioni di euro in meno rispetto alla proposta di bilancio economico presentato nel febbraio 2013 alla Regione Veneto.

Un recupero al fotofinish per l’azienda sanitaria bellunese che deve fare i conti con i maggiori costi dovuti al difficile e vasto territorio montano in cui opera ma anche con la necessità di ridurre il disavanzo, secondo quanto indicato esplicitamente da Venezia nelle sue direttive.

L’Usl 1 di Belluno aveva presentato una proposta di bilancio preventivo 2013 all’inizio dell’anno scorso. Il documento preventivava una perdita di 20.804.546,63 euro. Somma che era scesa a 17.716.103,10 euro nel primo trimestre. Poi però, la seconda rendicontazione trimestrale trasmessa a luglio 2013 a Venezia chiudeva con un risultato negativo di 22.361.452,62 euro, per scendere a 16.467.846,45 euro nel terzo trimestre.

Nel gennaio scorso, con una nota, la Regione Veneto ha impartito alle aziende del sistema sanitario le istruzioni per redigere la quarta rendicontazione trimestrale 2014. La nota ribadisce la necessità di rispettare i tetti di spesa, prevedendo l’inclusione nel conto economico preventivo anche del finanziamento delle funzioni dei privati accreditati (quali Salus e Fleming) nonché la quota regionale assegnata all’Usl 1 per le attività trasfusionali del Frat di cui l’azienda bellunese è capofila. A questo, Venezia ha concesso di inserire ulteriori altri rimborsi, assegni e contributi, aggiungendo pure il saldo negativo della mobilità extraregionale negativo (-927.463 euro), e quello positivo della mobilità internazionale pari a 7.007 euro. Fatti quindi gli appositi conti, l’Usl di via Feltre ha potuto così chiudere il conto economico 2013 con un deficit ridotto notevolmente rispetto a quanto previsto all’inizio dell’anno scorso, cioè con un debito di oltre 10 milioni rispetto ai 20 milioni previsti e ridotto anche rispetto all’anno precedente. Segno che gli interventi messi in atto dalla direzione strategica per contenere i costi «senza però tagliare i servizi», sta dando i suoi frutti.

La rendicontazione è stata quindi inviata alla Regione per l’approvazione. Rispetto a questo deficit, secondo quanto previsto dalla normativa, sarà quindi Venezia a dover intervenire ripianandolo proprio in virtù della specificità bellunese e ai suoi costi maggiorati rispetto alla pianura.

Paola Dall’Anese

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