Luxottica, via all’azionariato diffuso. Così i dipendenti potranno entrare nel cda

L’annuncio di Del Vecchio attraverso un video: «Potrete diventare parte dell’azienda, come già lo sono i francesi di Essilor»

AGORDO. Dal 4 novembre Luxottica seguirà le orme di Essilor e partirà col piano di azionariato diffuso. Lo ha annunciato il patron Leonardo Del Vecchio con un video rivolto a tutti i dipendenti dell’azienda.

Una novità che è frutto dell’accordo integrativo firmato a fine giugno da Essilor-Luxottica e dalle parti sociali, con il quale la parte italiana dell’azienda vuole porsi sulla scia di quella francese, che da anni prevede una partecipazione dei dipendenti ai profitti, alla gestione e alle scelte dell’azienda stessa.

Già in passato, prima in occasione del suo 50° e poi per gli 80 anni di Del Vecchio, Luxottica aveva regalato ai dipendenti delle azioni. Questa volta, però, sarà diverso. Saranno i dipendenti a decidere se acquistarle. Gli incentivi ci sono.

Il messaggio

«Sono felice e orgoglioso», ha detto Del Vecchio ai dipendenti, «di rivolgere a voi questo messaggio per un tema che mi sta molto a cuore. Per la prima volta nella storia di Luxottica avvieremo un piano di azionariato diffuso per tutti i dipendenti delle società italiane impegnati nelle fabbriche, negli uffici e nei nostri negozi». «A partire da novembre», ha continuato, «avrete la possibilità di diventare azionisti di Essilor Luxottica, acquistando azioni della nostra società a condizioni agevolate. Così hanno già fatto quasi 50 mila colleghi Essilor nel mondo».

Per Del Vecchio in ballo non c’è solo una questione di denaro. «Al di là dei vantaggi economici», ha sottolineato, «credo ancora più nel valore simbolico della vostra partecipazione. Avrete la possibilità di diventare parte di un grande disegno industriale e del suo sviluppo, sostenendo e condividendo le fortune di una grande impresa che si propone di crescere e creare valore per tutti. Farete parte anche voi della nostra missione di aiutare le persone nel mondo a vedere meglio e vivere meglio. Condivideremo assieme l’orgoglio di essere soci e di beneficiare sempre di più dei risultati del nostro lavoro».

Gli incentivi

Il Piano Boost 2019, così è stato ribattezzato, prevede incentivi per spingere i dipendenti all’acquisto delle azioni. «Il tutto», anticipa Luigi Dell’Atti, della Cgil, «verrà spiegato ai lavoratori con l’ausilio di un tecnico nelle assemblee plenarie che si svolgeranno dal 7 all’11 ottobre. Quindi dal 4 al 22 novembre i lavoratori potranno acquistare fino a un massimo di quattro azioni all’anno».

Chi ne sceglierà quattro ne riceverà in regalo altre quattro. È così, infatti, che funziona l’incentivo. Il dipendente potrà scegliere tra cinque piani di investimento: potrà acquistare mezza azione, una intera, due, tre o quattro (non superiore al 25% della retribuzione annuale relativa al 2019). Qualunque scelta verrà fatta, l’azienda raddoppierà il numero di azioni. Il valore dell’investimento, in sostanza, verrà duplicato per effetto del contributo integrativo.

Obiettivo “entrare nel cda”

La scelta del piano Boost è frutto del contratto integrativo sottoscritto da azienda e sindacati a fine giugno. Un’operazione che, i sindacati lo evidenziano, punta nel prossimo futuro a far sì che i dipendenti Luxottica abbiano dei rappresentanti all’interno del cda di Essilor-Luxottica, così come i colleghi francesi.

«Essilor», spiega Paolo Chissalè della Cisl, «è nata come cooperativa in cui i dipendenti erano i soci. Prima della fusione essi erano il maggiore azionista, adesso sono il secondo, perché il primo è Luxottica. In Francia l’associazione che rappresenta i dipendenti ha due consiglieri nel cda ed è un potere non marginale». «Al momento», continua Chissalè, «i dipendenti italiani non hanno alcun peso. Si era tentato di fare un comitato di sorveglianza, ma la legge non lo consente. Di certo in futuro, se i lavoratori avranno un minimo di visione, potranno creare anch’essi un’associazione che li rappresenti».

Come risponderanno i dipendenti?

Se lo chiede Emilio Bez della Uil. «All’inizio il vantaggio economico c’è sicuramente», dice, «però occorrerà vedere la reazione generale. È vero che in passato una buona fetta di dipendenti aveva venduto le azioni che l’azienda aveva regalato. Ma è anche vero che, per tenerle, occorreva aprire un conto titoli e molti hanno preferito evitare questa operazione. Qui è un discorso diverso» . —

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