Luxottica, Vian lascia. Milleri diventa amministratore delegato

Cambio della guardia nel colosso dell'occhialeria. Del Vecchio: "Più veloci per la sfida Essilor"

Quando pochi giorni fa Hubert Sagnières, ceo designato per il gruppo Essilor-Luxottica, ha spiegato al «Financial Times» di non voler rimanere ai vertici del nuovo colosso, a causa dei suoi 62 anni, uno dei papabili nomi spuntati dal cilindro mediatico era stato proprio il suo: Massimo Vian. Ma se l’intenzione dei francesi è di puntare, un domani, su un nome esterno come ad, questa potrebbe essere una prima traccia per spiegare «l’uscita consensuale» di Vian da Luxottica.
Una exit pesante da 6,3 milioni (oltre alle competenze di fine rapporto) che avrà effetto dal 31 dicembre 2017. Vian se ne va firmando un patto di non concorrenza che Luxottica aveva già chiesto ad Andrea Guerra, mentre Safilo non l’aveva fatto firmare a Roberto Vedovotto che oggi conduce Kering Eyewear a due km di distanza dall’azienda di cui fu amministratore.
Ingegnere veronese, 42 anni, Vian è un cavallo di razza, l’alter ego di Luigi Francavilla, l’uomo da sempre al fianco di Leonardo Del Vecchio e da lui scelto per il nuovo corso “dopo Guerra”. La prima grande rottura tra manager e imprenditore consumatasi ad Agordo a settembre 2014. Quasi una vita fa.
Vian entrò al posto di Enrico Cavatorta nel famoso triunvirato di reggenza che doveva, secondo Del Vecchio, accompagnare Luxottica per «dieci anni». Quanti ne fece Guerra. Ma il trevigiano Cavatorta resistette solo 30 giorni prima di scontrarsi con il fondatore, si dice per l’eccessiva influenza del consulente Francesco Milleri, vicino alla moglie di Del Vecchio. Milleri, che ora è vicepresidente, assumerà da gennaio anche la carica di ad.
A fianco di Vian, a inizi 2015, arrivò per chiudere il trio con Del Vecchio, un super manager esterno, Adil Mehboob-Khan, che resistette 12 mesi. Uscì dal quartier generale di Agordo dicendo: «In tre non eravamo efficienti». Vian però rimase al fianco di Del Vecchio che oggi, in una nota spiega: «Siamo quasi al termine del processo di riorganizzazione e semplificazione del gruppo iniziato tre anni fa. La decisione di oggi rende Luxottica più veloce e proattiva, con un vertice focalizzato sulle strategie. Ci stiamo preparando - conclude - a nuove grandi sfide e ad affrontare con l’assetto ottimale un nuovo capitolo della nostra storia con i partner francesi di Essilor».
Vian esce a tre mesi dallo scadere del board e, sperano ad Agordo, a poche settimane dall’atteso pronunciamento dell’Antitrust Ue, necessario al closing dell’operazione con Essilor. La governance del nuovo gruppo è già definita dai patti e, per i primi 3 anni, vede Del Vecchio presidente esecutivo con Sagnières suo vice esecutivo in un cda alla pari: otto membri di nomina Delfin (la holding che controlla Luxottica) e altrettanti per Essilor. Francesco Milleri non è stato scelto a caso dal momento che è stato lui a seguire la trattativa con i francesi.
Luxottica ha quindi accelerato i tempi e semplificato la struttura in vista della fusione. Con una stretta di mano all’ingegnere che affrontò un colloquio di otto ore nel 2004, per poter avere accesso a ogni metro quadro della grande fabbrica nata attorno alla casa di Del Vecchio.

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