“Macchinette” fuori uso niente biglietti a Calalzo

La denuncia della consigliere comunale Frescura: «Impossibile pagare il treno» Rotte anche le obliteratrici per convalidare i ticket prima della partenza

CALALZO. In viaggio gratis da Calalzo a Belluno. Non per la mancanza di volontà da parte degli utenti di pagare il biglietto, ma perché acquistarlo a Calalzo, almeno tra la giornata di mercoledì e quella di ieri, è stato impossibile.

A raccontare l’accaduto è Annamirca Frescura, consigliere comunale, che in questi giorni, non avendo a disposizione l’automobile, per andare a lavorare a Padova sta usando il treno.

«Un mezzo che non utilizzavo da tanto tempo», commenta. «Purtroppo in questi giorni ho potuto “testare” i disservizi. Nel mio caso specifico, non per il viaggio, ma per l’acquisto del biglietto in stazione a Calalzo».

Ieri mattina la consigliere Frescura doveva salire alle 6.38 sul bus sostituivo che dal suo paese l’ha poi portata a Belluno, dove ha preso il treno per scendere a Padova. «Visto che la partenza era di buon mattino», precisa, «sono andata in stazione mercoledì sera per acquistare il biglietto». La biglietteria è chiusa ormai dalla fine del 2011 e il personale, con il “servizio manuale” di distribuzione, è stato sostituito da due macchine automatiche in grado di distribuire i biglietti sia per le brevi e sia per le lunghe percorrenze.

«Il problema è che nessuna delle due macchine, mercoledì sera, funzionava», dice ancora la Frescura. «Allora ho deciso di provare la mattina successiva, prima della partenza del bus. Sono arriva in stazione ieri alle 6.10, ma le due macchine erano spente. Nemmeno un cartello appeso sopra per spiegarne la motivazione o per avvisare gli utenti».

A non funzionare, inoltre, le obliteratrici. «Sono andata allora agli uffici della Dolomitibus, ma nessuno ha saputo darmi delle risposte», aggiunge la Frescura. «In sostanza, siamo saliti in circa 15 persone sulla corriera sostitutiva. E tanti non avevano il biglietto perché non erano messi nelle condizioni materiali di poterlo acquistare. Abbiamo fatto quindi Calalzo-Ponte o Calalzo-Belluno gratis, ma non per nostra volontà».

«Quando sono salita sul bus sostitutivo ho fatto presente all’autista di essere senza biglietto», prosegue, «e lui mi ha risposto, comprensibilmente, “peggio per Trenitalia”. Quello che mi lascia perplessa è il fatto che proprio quest’ultima non sappia gestire nemmeno i propri interessi. Non riesco a capire come sia possibile una situazione di questo tipo. Oltre ai disservizi, capita di trovarsi di fronte a stati di cose che hanno veramente dell’incomprensibile e dello scandaloso».

Martina Reolon

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