Made in Italy rinviato, insorgono le categorie

Deon: "L’Italia ha perso una grande occasione per difendere l’origine dei nostri prodotti e per valorizzare il patrimonio manifatturiero"
Alcuni occhiali di produzione italiana
Alcuni occhiali di produzione italiana

BELLUNO. Sul fronte “Made in” l’Europa rinvia al 2015. E si perde così l’occasione del semestre italiano di presidenza della Commissione europea per portare avanti un risultato fondamentale per il paese.

Due giorni fa, infatti, il consiglio Ue Competitività ha rinviato al prossimo semestre (quando la presidenza sarà lettone) l’approvazione del principio del “Made in” e la decisione sull’obbligo di indicazione di origine controllata contenuto nella proposta di regolamento sulla sicurezza dei prodotti. «Sapevamo che era difficile», afferma Tiziano De Toffol, presidente regionale dell’Occhialeria artigiana veneta, «come sapevamo che la Germania, e il blocco di Paesi che porta con sé, era troppo forte. Non ci siamo mai illusi, ma combattere e farsi onore sul campo era ciò che ci aspettavamo dal ministro Federica Guidi in primis e da tutto il Governo italiano. Stupisce anche il fatto che, proprio nel momento in cui il Governo dedica impegno e risorse per valorizzare le produzioni made in Italy e per rilanciare investimenti e consumi, in ambito europeo il risultato dell’azione della presidenza italiana vada in direzione opposta».

Il presidente di Confartigianato Belluno, Giacomo Deon
Il presidente di Confartigianato Belluno, Giacomo Deon

«L’Italia ha perso una grande occasione per difendere l’origine dei nostri prodotti e per valorizzare il patrimonio manifatturiero, di cui il 58% in micro e piccole imprese fino a 20 addetti attive nel manifatturiero come nell’alimentare», aggiunge da parte sua il presidente di Confartigianato Belluno Giacomo Deon. Ciò non toglie che Confartigianato continuerà a battersi «affinché l’Europa riconosca e approvi l’obbligo di indicare il marchio “Made in” sui prodotti al fine di garantirne la piena tracciabilità, come già avviene nei principali paesi aderenti al Wto».

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi