Maestra di Puos muore su una ferrata

Giulia Darman, 65 anni, era in compagnia del marito e di altri otto bellunesi quando ha perso un appiglio ed è precipitata
Di Ubaldo Cordellini

CANAZEI. Era quasi arrivata. Ancora una cinquantina di metri e davanti agli occhi le si sarebbe aperto il pianoro delle Mesules, in val di Fassa, sopra Passo Sella. Quello spettacolo, invece, Giulia Darman, la maestra Giulia, non ha fatto in tempo a vederlo. Il destino se l’è portata via prima, in maniera assurda: una banale scivolata nel tratto più semplice della ferrata, un sentiero dove non era nemmeno necessario assicurarsi a corde o maniglie.

Giulia Darman, maestra elementare e figura molto conosciuta in tutto l’Alpago, aveva intrapreso ieri mattina la salita di una delle ferrate più impegnative delle Dolomiti assieme ad altre 8 persone, tutte del Bellunese. Con lei anche il marito Romano Montesano: un gruppo collaudato, da anni. Giulia ha messo un piede in fallo a circa 2.750 metri di quota ed è precipitata per una settantina di metri in un canalino, battendo violentemente la testa. Una caduta fatale, è deceduta sul colpo.

I soccorritori, giunti sul posto a bordo dell’elicottero dell’Aiut Alpin di Bolzano, non hanno potuto far altro che constatare la morte e trasferire il corpo a Canazei. Disperato e sotto choc il marito, che la precedeva nella marcia. Il gruppo era arrivato in zona già sabato pomeriggio: gente esperta, con l’attrezzatura giusta.

Il programma era quello di arrivare a Pian de Schiavaneis, dove avevano lasciato un van, poi tornare a prendere un’altra macchina a Passo Sella. Di fronte a loro quattro ore buone di salita. Sono partiti prima delle otto, hanno portato a termine la prima parte della ferrata, la più difficile, senza problemi. Si sono fermati a riposare, qualche foto, un rapido ristoro nel pianoro che precede l’ultima parte della ferrata delle Mesules. Poi hanno ripreso il cammino, un tratto più agevole, comunque insidioso perchè si cammina in tratti non attrezzati con cordini o altri supporti. In un passaggio esposto la tragedia, in coincidenza di una maniglia in ferro che serve per affrontare una curva: è lì che Giulia Darman è scivolata, precipitando nel canalino sottostante. Il marito era davanti a lei e ha potuto solo sentire il suo urlo disperato. Gli amici hanno subito dato l’allarme. Sul posto è arrivato l’elicottero dell’Aiut Alpin, che ha verricellato sul fondo del canalino il medico e l’infermiere dell’equipaggio che, però, non hanno potuto far altro che constatare il decesso. Il corpo è stato recuperato ed elitrasportato a Canazei, dove è stato composto nella camera mortuaria del cimitero.

Gli uomini del soccorso alpino di Canazei hanno raggiunto la comitiva ancora sotto choc e l’hanno riportata a valle. I carabinieri di Canazei, guidati dal luogotenente Saggese, hanno raccolto le testimonianze dei compagni di avventura per una prima ricostruzione dell’incidente, dalla quale non sarebbero comunque emerse responsabilità di altre persone, con la Procura di Trento che già oggi dovrebbe rilasciare il nulla osta per la sepoltura. Non sarà, infatti, disposta l’autopsia sul corpo di Giulia Darman.

«Era quasi arrivata, aveva già percorso la parte più difficile della ferrata delle Mesules, ma quel tratto è pericoloso», spiega il capo del soccorso alpino di Canazei, Gino Comelli. «La ferrata è una delle più impegnative della zona, ci vogliono circa 4 ore per percorrerla e il suo primo tratto finisce in una forcella, un pianoro dove il gruppo si è fermato. Poi si riparte per l’ultimo tratto, altri 40 minuti. È un tratto misto, meno difficile, ma con tratti esposti e non attrezzati: la signora è caduta attraversando uno di questi, dove c’è una staffa di metallo per affrontare meglio una curva».

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