Maestra di sci a processo assoluzione da ogni accusa
VAL DI ZOLDO. Ha portato avanti una battaglia per veder riconosciuto il suo titolo di maestra di sci di fronte al Consiglio dei ministri e in tribunale. Ma se nel primo caso si è vista respingere la richiesta, dall’aula del palazzo di giustizia di Belluno Fanny Penzo è uscita a testa alta. La 55enne originaria di Chioggia è stata assolta dall’accusa di esercizio abusivo della professione.
Una vicenda che inizia nel 2012 e che vede la Penzo, maestra di sci con un titolo conseguito in Slovenia, esercitare la professione sulle nevi dello Zoldano. La 55enne insegnava anche negli anni precedenti ma poi le normative sono cambiate. Una riforma alla quale la Penzo ha reagito chiedendo alla presidenza del Consiglio dei ministri - Ufficio per lo sport il riconoscimento in Italia del titolo conseguito in Slovenia. Istanza respinta.
Il procedimento giudiziario è partito da una denuncia querela firmata dal presidente del Collegio regionale dei maestri di sci, Roberto Pierobon. Ne è seguito un decreto penale di condanna (con multa di 250 euro). Sarebbe bastato pagare la sanzione ma la donna ha deciso di opporsi affrontando il processo difesa dagli avvocati Renzo Fogliata e Carlo Alberto Tesserin. In aula, a partire dallo scorso luglio, sono state affrontate tutte le questioni necessarie a dirimere la questione: l’accusa è di non aver rispettato le regole previste dal decreto legislativo 206 del 2007. Hanno testimoniato sia Pierobon, autore della denuncia querela, che il presidente della scuola di sci Civetta dove lavorava la donna. Anche la maestra di sci è stata sentita in aula e ha spiegato di aver chiesto una consulenza legale che l’aveva legittimata a dare lezioni nonostante il titolo conseguito in Slovenia.
A fine febbraio era stato proprio il pubblico ministero a chiedere l’assoluzione dell’imputata per insufficienza di prove mentre Fogliata aveva puntato alla formula piena. Ieri, in un’udienza lampo senza repliche, il giudice Angela Feletto ha assolto la donna perché il fatto non sussiste. (v.v.)
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