Magazzino vuoto alla Wanbao Acc: Electrolux cerca altri fornitori

Sindacati preoccupati dopo l’incontro con il commissario Incertezza sulla deroga del Governo per riprendere il lavoro

BELLUNO

Le imprese bellunesi si stanno preparando a ripartire. Già da martedì prossimo, appena archiviate le festività pasquali. Sono tentate di farlo anche quelle che erano intenzionate a rimanere chiuse: il gruppo Alì, ad esempio, che nelle misure di sicurezza a protezione dal coronavrus ha fatto grossi investimenti e che per favorire il distanziamento tra gli operai procederà per turni, con due ore di distacco tra uno e l’altro.

Tutte le aziende, però, sono in ansia; aspettano il Dpcm governativo, perché il decreto del presidente del Consiglio dei ministri potrebbe porre dei limiti di sicurezza e obbligare tante industrie intenzionate a ripartire a fare invece un passo indietro, se non a lato.

L’attesa più forte è alla Wanbao di Mel. Ieri pomeriggio l’avvocato Anna Di Pasquale, commissario giudiziale, ha incontrato da remoto, attraverso una videoconferenza, i delegati Rsu dello stabilimento produttivo zumellese e le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil. Si trattava del primo appuntamento, dai toni molto cortesi, ma dalle conclusioni preoccupanti, secondo il sindacato.

Non è stato confermato, infatti, il piano di acquisizioni di clienti e commesse che era stato imbastito prima di andare a Roma per chiedere il commissariamento dell’azienda.

Di Pasquale ha detto che la prossima settimana si ritornerà al lavoro solo se il nuovo Dpcm del governo lo consentirà; se cioè prevederà una deroga. Il che pare molto improbabile.

Intanto però il magazzino di Wanbao dedicato ai prodotti finiti è letteralmente vuoto. Sono stati spediti, in tre giorni di lavoro, i compressori posti a riserva.

Pare che l’azienda abbia comunicato ad Electrolux, il suo committente più importante, di non essere in grado, la prossima settimana, di rifornirla dei pezzi attesi per la ripartenza.

A Susegana si racconta che il “gigante del freddo” abbia cercato (e trovato) rifornitori in grado di far lavorare lo stabilimento.

«È un precedente comprensibile ma pericolosissimo per la prospettiva dell’ex Acc», commenta Stefano Bona, segretario della Fiom. È la paura che le prospettive costruite, pietra su pietra, dall’ex commissario Maurizio Castro, dai sindacati, dai pubblici amministratori, possano infrangersi contro i tempi lunghi ed inconcludenti che lo stesso sindacato dice di temere.

«Dall’incontro con la commissaria giudiziale», puntualizza il segretario Fiom Bona, «abbiamo appreso che la stessa sta lavorando intorno alla relazione da presentare entro la fine del mese, ma che non sono stati ancora contattati i clienti, almeno i maggiori, e che con gli stessi non sono stati ancora rinnovati i contratti. La stessa questione finanziaria pare non definita».

La commissario Di Pasquale ha fatto sapere che con il consenso dei giudici del Tribunale è stato garantito ai lavoratori lo stipendio di marzo.

Sospiro di sollievo, da parte dei sindacati, ma subito la domanda: lo stipendio di aprile non è sicuro?

«Non vorrei che stessimo preparando il piano di chiusura, anziché quello di rilancio», è stato il commento di Bona, al termine della videoconferenza con l’avvocato Di Pasquale.

Gli interlocutori sono stati chiarissimi con Di Pasquale: lei è davvero in grado di assumersi tutte le responsabilità per salvare la fabbrica?

«Mi assumo tutte le responsabilità», ha assicurato l’interessata, evidenziando tra l’altro la sua professionalità in materia. I sindacati dei lavoratori, dal canto loro, nel caso specifico vivono una forte contraddizione: da una parte insistono per la chiusura degli stabilimenti, almeno finché il mondo della scienza non accerterà che i pericoli sono superati, dall’altra mettono in conto le prospettive più nere per la Wanbao se i magazzini continueranno ad essere vuoti di motori.

Con l’angoscia, specificatamente, di perdere le fondamentali commesse dell’Electrolux. —


 

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