Magistratura, quote rosa in alto mare nonostante la normativa
BELLUNO. Il numero di donne presenti sia in magistratura che negli albi forensi è ormai parificato a quello degli uomini. I posti di rilievo e di potere rimangono però al maschile: sono poche infatti le donne dirigenti di tribunali. E sul fronte studi professionali, la maggior parte vede come titolari uomini, mentre le figure femminili coprono più spesso il ruolo di dipendenti.
I dati sono forniti dal Comitato per le Pari Opportunità costituito all’Ordine degli avvocati di Belluno, che ha anche condotto un’indagine sull’applicazione della legge Golfo-Mosca, approvata nel 2011 dal Parlamento italiano, che prevede il necessario equilibrio tra i generi e, quindi, la presenza di un numero minimo di donne all’interno dei consigli di amministrazione e dei collegi sindacali. «La ricerca ha interessato le quote di genere (quindi la tutela della donna in assoluto) nelle società quotate in borsa (in provincia sono due) e in quelle partecipate e/o controllate dagli enti pubblici, chiamate società “in house”» spiega l’avvocato Laura Vittoria De Biasi, che compone da ottobre 2013 il Comitato insieme alle sue colleghe Monica Viel, Cecilia Franciosi, Elena Polesana e Sergio Montoneri quale referente dell’Ordine, che conta 281 iscritti, di cui 141 sono donne.
«Quelle “in house” sono parecchie, fanno capo a Comuni o Unioni Montane e operano nei settori di smaltimento rifiuti, gestione case di riposo, servizi sociali, solo per fare alcuni esempi. Le quote rosa non sempre sono rispettate: in alcuni casi si è già provveduto all’adeguamento, in altri ci avevano comunicato l’operazione sarebbe stata effettuata al momento del rinnovo degli organi. Ora è il momento della verità, visto che molte “in house” sono in scadenza».
Il Comitato per le Pari Opportunità ha svolto varie attività per favorire la preparazione degli iscritti all'Ordine degli avvocati, e in particolare delle donne, storicamente meno rappresentate in ogni ambito, in vista di un eventuale accesso alle cariche, nei cda e nei collegi sindacali, per le quali la legge prevede l'obbligatoria presenza di quote di genere. Così a Belluno si è svolto un corso avanzato in materia di diritto commerciale e societario. «Ha avuto un buon riscontro», sottolinea la De Biasi. E ha avuto come relatori professionisti qualificati: l’avvocato Aurelia Barna di Tolmezzo e l’imprenditrice Elisa Platini De Rigo, gli avvocati Livio Viel e Sandro De Vecchi di Belluno, Giampaolo Cortellazzo Wiel e Luigi Ravagnan di Venezia, Renato Pastorelli di Treviso e il notaio Lorenzo Chiarelli di Belluno, oltre al presidente dell’Ordine dei commercialisti di Belluno Angelo Smaniotto e a Gianni Da Rin De Lorenzo di Treviso.
«Il corso ha inteso fornire una preparazione specifica e approfondita alle donne avvocato sulle tematiche giuridiche ed economiche d’impresa», dice ancora la De Biasi. «Ciò affinché le professioniste nominate negli organi societari possano apportare un contributo qualificato, specifico e fattivo. Insomma, gli imprenditori hanno una “platea” femminile preparata in cui andare a “pescare”». Il CPO dell’Ordine degli avvocati di Belluno sta inoltre organizzando un corso in mediazione e arbitrato, in base alla normativa che sta entrando in vigore dopo il “Pacchetto giustizia” estivo predisposto a fine agosto. E il 23 gennaio nella sala Rossi dell’Ascom, si terrà un incontro, aperto a tutti gli avvocati e iscritti all’Ordine, sulla gestione dello stress da attività professionale.
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