Mago Gelo si scioglie per il bacio di Carlotta

Massimo Pomarè
Massimo Pomarè

C’era una volta un paesino coricato sui prati, ai piedi di bellissime montagne con boschi di abeti e larici. In questo paese si viveva tranquillamente e i bambini giocavano felici per le strade. Succedeva però che ogni anno d’inverno, verso Natale, dal fondo della strada che portava al bosco, improvvisamente sopraggiungeva un uomo enorme che era fatto tutto di ghiaccio! Era alto quasi due metri, al posto dei piedi aveva due blocchi di ghiaccio, le gambe erano come due tronchi ghiacciati, le braccia erano coperte di ghiaccio, la barba e i lunghi capelli fatti di tanti ghiaccioli come quelli che si vedono scendere dai tetti. Gli occhi gelati, di un colore indefinibile bianco e azzurrino.

Questo uomo di ghiaccio era il terrore del paese, al suo arrivo si alzavano delle folate di vento e un turbine di neve si abbatteva su case, prati, giardini, strade. Allora le mamme uscivano dalle case e cominciavano a gridare ai figli di rientrare in casa con quanto fiato avevano in gola. Poi sbarravano le porte e tutti si mettevano accanto al fuoco delle stufe e dei caminetti accesi. Infatti si diceva che quel “mostro”, che tutti chiamavano Mago Gelo, avrebbe rapito i bambini e li avrebbe portati nella sua casa nascosta fra le montagne in mezzo ai ghiacci.

Mago Gelo attraversava così tutto il paese deserto, in mezzo al vento impetuoso e alla neve. Spesso si fermava a guardare dentro alle case dalle finestre, ma non poteva entrare perché sapeva che con il calore delle stufe si sarebbe sciolto. Dopo aver attraversato tutto il paese, camminando pesantemente ritornava verso il bosco.

Quell’inverno era successa la stessa cosa, proprio il giorno di Natale. Arrivato però all’ultima casa del paese, dove abitava una famiglia poverissima con tre bambini, guardando dalla finestra vide che la legna per scaldare era quasi finita; tutta la famiglia si era avvicinata alla stufa, un bambino era malato e continuava a tossire e c’erano ormai pochissimi pezzetti di legna. Mago Gelo allora aspettò fuori dalla porta tenendo d’occhio il camino sul tetto: il fumo diventò sempre più sottile fino a che non si vide più…. Allora Mago Gelo con un gran colpo spalancò la porta rompendo il catenaccio, le folate di vento e di neve entrarono nella cucina, tutti piangevano e gridavano dalla paura. Con passi pesanti e le braccia alzate andò verso i bambini.

Ma la bambina più piccola, Carlotta, che aveva quattro anni, andò diritta verso Mago Gelo che rimase stupito e paralizzato dalla sorpresa; gli si avvicinò, con molta fatica si arrampicò lungo la sua gamba e, tenendosi ai ghiaccioli della barba, si sollevò fino all’altezza del viso e lo guardò diritto negli occhi di ghiaccio.

Poi delicatamente, senza dire nulla, gli diede un bacio sulla guancia.

Immaginatevi Mago Gelo: non sapeva più cosa fare; arrossì al punto che il ghiaccio che ricopriva il suo viso cominciò a sciogliersi fino a trasformarsi in grossi goccioloni d’acqua che cadevano sul pavimento.

Poi si sciolsero le braccia, le gambe, i piedi…da quel ghiaccio uscì un vecchio con la barba incolta, i capelli lunghi, i vestiti rattoppati, le scarpe rotte.

Il vecchio raccontò che tanti anni prima alcuni uomini malvagi del paese avevano dato fuoco alla sua casa nel bosco e nell’incendio erano morti i suoi familiari. Da allora Mago Gelo aveva sempre odiato il fuoco e restava sempre nel freddo: aveva giurato a se stesso che si sarebbe vendicato.

Ma il coraggio e il bacio della piccola Carlotta aveva fatto sparire come per incanto tutto il suo desiderio di vendetta, in quella casa aveva trovato l’amore!

Mago Gelo, sentendo il fratellino di Carlotta tossire, andò subito nel bosco e tornò con erbe medicamentose che solo lui conosceva per curarlo. Poi con la slitta portò una grosso carico di legna che aveva tagliato nel bosco e insieme accesero la stufa che subito riscaldò la cucina. Infine tagliò un bellissimo albero di Natale che adornarono insieme.
Quella sera il Natale fu bellissimo in quella casa: cenarono insieme, giocarono a carte, cantarono, Mago Gelo raccontò tante storie ai bambini. Fu il Natale più bello della loro vita. Carlotta convinse il papà e la mamma a fare rimanere Mago Gelo a vivere con loro, avevano trovato un nonno!

Massimo Pomarè ha 56 anni ed è di Campolongo di Cadore. Tecnico della prevenzione all’Usl di Belluno. Per passione scrive fiabe per bambini.

 

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