Mai più tragedie Un disegno di legge per mappare i cavi
BELLUNO. Volare in sicurezza grazie alle nuove tecnologie. Una richiesta che potrebbe evitare tragedie come quella che ad agosto del 2009 uccise i quattro membri dell’equipaggio di Falco, l’elicottero del Suem 118 schiantatosi sulle rocce di Rio Gere. Politica e soccorritori uniscono le forze per presentare un disegno di legge sugli ostacoli al volo per definire le norme per la sicurezza di volo dei mezzi aerei impiegati nelle attività anticendio, di protezione civile e di soccorso sanitario. Un’iniziativa di carattere nazionale che parte da Belluno dove il deputato Roger De Menech (Pd) ha presentato il disegno di legge insieme al delegato Cnsas Dolomiti Bellunesi Fabio Bristot e al sottosegretario agli Affari Regionali Gianclaudio Bressa.
La legge chiede in tempi brevi - entro trenta giorni dall’entrata in vigore - la costituzione di una commissione composta da rappresentanti dei ministeri delle Infrastrutture, Difesa, Interno, Economia e finanze, Politiche agricole, alimentari e forestali insieme a membri dell’Ente nazionale per l’aviazione civile, del Cnsas, del Club albino italiano e della Conferenza Stato Regioni per rappresentare le regioni, come il Veneto, che hanno già legiferato in materia, un aspetto che contempla anche il lavoro del Servizio Sanitario Nazionale. Il team di lavoro deve avere come obiettivo quello di mettere ordine nel groviglio di norme che regola gli ostacoli al volo.
La legge ha anche un risvolto operativo: all’Istituto Geografico Militare è affidato il compito di creare una banca dati cartacea e digitale a cui enti e organizzazioni possono accedere e per far questo predispone lo stanziamento di mezzo milione di euro per l’anno in corso e per i prossimi due.
«È un quadro complesso dal punto di vista tecnico» spiega De Menech, firmatario del disegno di legge insieme ad altri parlamentari, «e punta a fare sintesi tra le diverse norme». «Questa proposta vuole eliminare le frizioni esistenti» spiega Fabio Bristot, delegato Cnsas, «e a garantire maggiore sicurezza».
I soccorritori che sorvolano le zone montuose si trovano infatti a dover evitare cavi, pali della luce, antenne, parabole, ripetitori e teleferiche, abusive e non. Elementi che fanno parte del vivere in montagna ma che devono essere note per poter operare in sicurezza. «E le nuove tecnologie oggi ce lo permettono» spiega Alex Barattin del Soccorso Alpino bellunese.
«Sono disponibile a proporre un tavolo comune» aggiuge il sottosegretario Bressa, «per far discutere il governo e gli amici della montagna in parlamento su questo tema».
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