«Mai un 14enne solo in camera col pc»
CORTINA. Internet è tra i maggiori pericoli che incontrano gli adolescenti al giorno d'oggi sul loro cammino di crescita: almeno stando a quanto è emerso l’altra sera a Cortina d'Ampezzo, in sala cultura don Pietro Alverà, durante l'incontro organizzato in collaborazione con il commissariato di Pubblica sicurezza e le istituzioni scolastiche. La conferenza, indirizzata in particolare ai genitori, è seguita ad alcuni incontri che si sono svolti nelle scorse settimane tra il vice questore Angela Pierobon e l'ispettore capo Enrico Giordani da una parte e i ragazzi delle scuole medie dall’altra; a settembre, poi, gli stessi vertici del commissariato ampezzano si rivolgeranno anche agli studenti delle scuole superiori. Quello dei pericoli legati ad internet è stato il primo argomento trattato dalla vice questore Pierobon.
«Parlando con i ragazzi, abbiamo constatato che quasi tutti hanno il collegamento con la rete sul telefono, e tutti ce l'hanno a casa su un computer; e, se questo da un lato è un bene, in quanto dà accesso a tantissime informazioni, dall'altro nasconde dei pericoli che non si conoscono».
Pierobon si è soffermata in particolare su Facebook, il social network cui sono ormai iscritti, e sull'uso delle chat.
«Abbiamo chiesto ai ragazzi se sanno perché tutto quanto offrono i social sia gratis, se conoscono i desclaimer, se effettivamente conoscono il funzionamento di Facebook».
Domande che sono state girate anche ai genitori presenti, ma a cui non tutti sapevano rispondere con vera cognizione.
«Attraverso i desclaimer, quando "accettiamo" diamo l'autorizzazione al gestore del social di diventare proprietario di tutto quello che inseriamo sul sito e di farne ciò che vuole. I nostri dati vengono venduti a soldoni ad aziende di marketing, che poi ci tempestano di pubblicità e di avvisi».
Altro punto su cui i dirigenti di Polizia si sono soffermati è il fatto che, una volta pubblicata qualcosa su Facebook, questa rimane lì per sempre.
«Rimane anche se noi lo cancelliamo, e può sempre essere ripreso. È vero che c'è un tribunale per eventuali controversie, ma il tribunale è in California, e le eventuali indagini sono sottoposte a rogatorie internazionali. Quindi, prima di inserire qualcosa, pensateci: un minuto dopo potreste pentirvi, e sarebbe troppo tardi».
Un appunto anche al pericolo genarato dei falsi profili.
«Quelli che sono chiamati "amici", e che in verità non conosciamo, non sappiamo veramente chi sono. La bella ragazza bionda che chiede l'amicizia potrebbe essere un uomo di sessant'anni. Mai andare da soli ad incontrare un "amico" di facebook mai visto prima».
Il messaggio lanciato ai genitori è dunque molto preciso.
«Non permettete a un ragazzo di 14 anni di avere un computer nella sua stanza. È’ pericoloso e provoca dipendenza. Chi vuol fare del male su un social ne sa quasi quanto un hacker: per lui è facile inventare profili e chattare con i ragazzini, per poi estrapolare informazioni su di essi e arrivare a ricattarli, a volte con pericoli estremi per la persona presa di mira. Prendete il telefono dei vostri figli e controllatelo: questo non significa perdere la fiducia. Ricordate che sono ancora dei ragazzini».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi