Malattia della lingua blu: «Speculazioni sugli allevatori»

"Centotrentamila euro al giorno buttati alle ortiche dagli agricoltori bellunesi e trevigiani per colpa delle speculazioni in atto sulla epidemia di lingua blu" è l'accusa della Coldiretti

BELLUNO. «Centotrentamila euro al giorno buttati alle ortiche dagli agricoltori bellunesi e trevigiani per colpa delle speculazioni in atto sulla epidemia di lingua blu. Stiamo ormai parlando di milioni di euro tolti all’agricoltura di casa nostra perché si presta al fianco alle azioni speculative di chi cerca di sfruttare a proprio vantaggio l’emergenza che sta colpendo le nostre stalle». Antonio Maria Ciri, direttore di Coldiretti di Treviso e di Belluno, non ha mezzi termini nell’intervenire sulla questione Blue Tongue, denunciando una situazione insostenibile e soprattutto passando all’azione con una proposta concreta per poter movimentare e ritirare i capi di bestiame all’interno delle cosiddette zone infette.

In particolare le Federazioni Coldiretti di Treviso e Belluno, in collaborazione con ARAV (Associazione regionale allevatori del Veneto) a causa dei gravi danni dovuti all’emergenza Blue Tongue, propongono di attivare un servizio temporaneo, per questo periodo di emergenza, a favore degli allevatori di bovini da latte per facilitare il ritiro dei vitelli baliotti dalle stalle.

«Oggi alcuni attori della filiera starebbero speculando su una situazione già altamente drammatica e caotica per i nostri allevatori in cui i vitelli vengono lasciati nelle stalle e quindi non ritirati e tantomeno pagati», spiega il direttore di Coldiretti di Treviso e Belluno, «Le aziende agricole, oltre a perdere la vendita dei capi, si devono accollare i costi di alimentazione non previsti. Parlando solo del prezzo si è passati dai 100 euro pagati a capo prima dell’emergenza ai 40 euro attuali, quando va bene. Infatti i vitelli cominciano a rimanere invenduti e, come detto, sul conto spese delle aziende agricole. Penso che nelle fasi di emergenza, tutti gli attori della filiera dovrebbero costituirsi parte attiva per trovare la soluzione ai problemi e non certo, invece, per il loro sfruttamento approfittando della debolezza di alcuni anelli della stessa».

L’idea è che gli allevatori potrebbero chiamare il servizio attivato da ARAV per poter consegnare a loro i capi e successivamente alle aziende in grado di riceverli ed allevarli. Questa iniziativa consentirà alle stalle, già fortemente danneggiate dalle limitazioni imposte dalla Blue Tongue, di evitare ulteriori aggravi di costi per il mantenimento dei vitelli.

La malattia della lingua blu colpisce in particolare le pecore e le capre, ma anche i bovini. Sono già 104 i focolai censiti dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie tra il Bellunese, dove si è registrato il primo caso, il Trevigiano e il Vicentino.

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