Malattie di ritorno casi di tetano e morbillo

Alla base la mancata vaccinazione oppure i richiami non eseguiti.  Negli ultimi dieci anni i casi registrati si sono risolti con la guarigione dei pazienti

FELTRE. Di tetano non si muore più, almeno in ospedale a Feltre dove la diagnosi precoce e l'alta intensità assistenziale della rianimazione hanno scongiurato il peggio. Ma di casi di tetano ce ne sono ancora, nonostante la vaccinazione sui bambini e i richiami che troppo spesso, però, non sono attesi e restano molto datati. In dieci anni, dal 2006 ad oggi, il servizio di igiene pubblica coordinato dal capodipartimento di prevenzione Mauro Soppelsa, ne ha documentati sei, tutti ricoverati d'urgenza e tutti guariti, senza esiti di alcun tipo.

Non si tratta di ragazzini, ai quali viene somministrato il vaccino dai tre mesi di vita in poi fino a quando non sono quasi adulti, ma di persone già verso la terza età: a parte un caso che, in questi dieci anni, ha riguardato un paziente sotto i sessanta anni di età, gli altri cinque superavano questa soglia. Solo un paziente era di sesso femminile, contrariamente alla statistica sui rischi che vede le donne di una certa età, quelle che non sono mai state vaccinate, in vetta alla classifica. Il comune denominatore di tutti i malati di tetano è stato la mancata copertura vaccinale, due pazienti non erano mai stati vaccinati e per gli altri quattro la copertura era troppo datata, quindi scaduta. Nonostante la diagnosi precoce, chi si ammala di tetano è un paziente assai critico che va trattato in rianimazione con l'assistenza ventilatoria e tracheotomia, cioè intubazione, in quanto la tossina del tetano crea stress respiratorio con coinvolgimento della laringe e dei bronchi.

L'ultimo decesso risale a poco più di dieci anni fa e ha riguardato una paziente anziana che si era punta con la spina di una rosa. Ed era stato questo il motivo che ha indotto il distretto di Santa Giustina a invitare le donne alla profilassi antitetanica, quelle donne che adesso hanno indicativamente fra i sessanta e i settanta anni di età e che si sono magari dedicate al giardinaggio con l'utilizzo di concimi naturali, tipo lo sterco di asino e cavallo da cui si sviluppa la spora. L'adesione era stata discreta.

L'importanza della copertura vaccinale riguarda anche le cosiddette malattie dell'infanzia, tipo morbillo. Morbillo che dopo quasi un decennio in cui si era considerata debellata la malattia che può avere pesanti conseguenze, si è ripresentato, causa la non obbligatorietà stabilita dalla regione Veneto, con nove casi fra il 2006 e il 2016, di cui sei pazienti fra i dieci e i quarant'anni. Tutti non vaccinati. I ricoveri sono stati due. Lieto fine per un paziente che ha avuto una cheracongiuntivite come complicanza e che ha rischiato di perdere un occhio.

Laura Milano

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