Malga Pian dei Fioc è stata riaperta: «Ma servono regole»

Ieri gli interventi di manutenzione da parte del Comune Salti: «È un presidio importante per chi frequenta il Serva»
Di Francesco Saltini
Primo consiglio massaro
Primo consiglio massaro

BELLUNO. Il grido di allarme dei tanti appassionati di montagna che frequentano la casera Pian dei Fioc, ha portato gli effetti desiderati. La struttura, che da anni d’inverno si trasforma in una sorta di area di ristoro gratuita per le tante persone che decidono di trascorrere il tempo libero sul Serva, è stata riaperta.

Tutto ok. Una passione lunga due settimane per la cinquantina di appassionati che frequentano l’edificio. Ieri, finalmente, sono stati tolti i lucchetti che non permettevano a nessuno di entrare nell’edificio. Dopo il sopralluogo e gli interventi effettuati dalla squadra addetta alle manutenzioni del Comune (sono state fatte le pulizie, l'impianto idraulico è stato chiuso e scaricato in vista della stagione gelata, l'impianto elettrico è stato controllato), l'assessore Salti ha dato il via libera alla riapertura di malga Pian dei Fioc.

Ora un regolamento per la gestione. «Il primo passo fondamentale è stato fatto», dice l’assessore Luca Salti, «la stanza principale è aperta. Ora cercheremo un accordo con chi ha sempre seguito la struttura: oltre a offrire un presidio a chi frequenta il Serva, il gruppo capeggiato da Franco Spagnolo cura la malga, sistemando o segnalando al Comune cosa non funziona». «La malga era stata chiusa a nostra insaputa per questioni burocratiche», aggiunge il sindaco Massaro. «Dopo aver sistemato alcune cose che non andavano, abbiamo deciso di riaprirla. In tempi brevi, poi, interverremo con un regolamento più puntuale per quel che riguarda le modalità di gestione».

Un grazie al Comune. A nome del gruppo di amanti del Serva, parla Franco Spagnolo, colui che da trent’anni cura la malga durante l’inverno: «Sarebbe stato un peccato se non avessimo più potuto entrare nella malga, anche perché il Serva è privo di ricoveri o rifugi dove prendere un the, il caffè o mangiare un pezzo di formaggio».

C’è un’ultima questione da sistemare: «Rimane il problema dell’approvigionamento della legna, che io tagliavo e sistemavo nella stanzetta che ospita anche gli impianti elettrico e idraulico. La speranza», dice Spagnolo, «è che, oltre al salone centrale (che ospita la stufa, il tavolo, le sedie e le panche), il Comune metta a nostra disposizione anche la chiave per la stanza della legna, che utilizziamo come ricovero per il gruppo elettrogeno e la motosega di mia proprietà. Ah dimenticavo, qui si trova anche l’impianto idraulico, realizzato dal sottoscritto, che permette di avere a disposizione l’acqua anche a venti gradi sotto lo zero. Vista la solerzia con la quale si è mosso il Comune, non possiamo che essere fiduciosi».

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