Malga Pradalon “assediata”: «Da settimane ci sono i lupi»

Ilenia Eremitaggio e Giuseppe Curto sono esasperati dalla convivenza forzata con i predatori: «Ogni mattina ci aspettiamo di trovare brutte sorprese, sono arrivati a venti metri dalla casa»

Raffaele Scottini
Uno dei lupi fotografato dai gestori di malga Pradalon
Uno dei lupi fotografato dai gestori di malga Pradalon

SEREN DEL GRAPPAHanno sette-otto lupi che da diverse settimane girano intorno alla malga sul monte Tomatico dove tengono le mucche e alla casa dove dormono.

La situazione è insostenibile per Giuseppe Curto e la moglie Ilenia Eremitaggio, che gestiscono la malga Pradalon e sono ormai esausti per il fatto che devono lavorare di giorno e stare all’erta di notte per i propri animali.

«È da un mese e mezzo circa che abbiamo qua i lupi», racconta Ilenia Eremitaggio. «All’inizio non davano fastidio perché stavano su un angolino del bosco, ma da una ventina di giorni hanno cominciato a girare attorno alla malga, stiamo in pensiero per le bestie e praticamente non si dorme più».

«Siamo preoccupati, perché tutte le notti sono qui intorno alle porte di casa, e girano intorno alle vacche. Ne abbiamo circa venticinque».

Ilenia Ermitaggio lancia l’allarme. «O fermano i lupi, oppure bisogna abbandonare la malga, perché non si può vivere così». «Fino adesso non è successo niente, però alla mattina abbiamo sempre il timore di trovare qualche sorpresa. Serve una soluzione, non si può andare avanti così».

«Una sera ne abbiamo contati otto», sottolinea. «C’è anche una lupa con i cuccioli. Ne abbiamo visti quattro. Sono arrivati a venti metri dalla casa. Prima li vedevamo la sera dopo le 21, quando cominciava a diventare scuro, mentre adesso arrivano anche con il chiaro».

È stata fatta la segnalazione al sindaco e alla polizia provinciale. «Già la situazione è brutta per noi allevatori un po’ per tutto, se poi ci sono anche i lupi diventa insostenibile. Non si riposa più tranquillamente, si sente il cane abbaiare e si va fuori ad ogni minimo movimento. Non si dorme più», aggiunge Ilenia Eremitaggio, esasperata.

«Devono trovare una soluzione, qualcosa devono fare sennò veramente bisogna abbandonare la malga. Avevamo deciso di restare fino a metà ottobre, ma credo a questo punto di scaricare la montagna il prossimo mese. Non so neanche se riusciamo a fare i novanta giorni di alpeggio, perché così non è vivere».

Il sindaco di Seren del Grappa, Dario Scopel, si aggancia anche a quanto già capitato a maggio ad Alfonso Scopel, che ha deciso di non restare più in Valle di Seren dopo che il lupo gli ha ucciso diverse pecore.

«La situazione è insostenibile», commenta il primo cittadino serenese. «Non è possibile che gli agricoltori debbano scegliere tra i restare e l’abbandonare la montagna».

«La montagna senza agricoltori non ha futuro, la montagna senza agricoltori manca di biodiversità, perché se mancano gli agricoltori si vanno a perdere anche quegli ultimi pezzi di prati che abbiamo. Lo dico per la Valle di Seren, il Massiccio del Grappa, lo dico in generale per la montagna bellunese», dice Dario Scopel.

«Sono dalla parte degli allevatori, è necessario fare qualcosa», ribadisce. «Non è possibile che un allevatore si trovi abbandonato rispetto ad un problema che è innegabile che stia crescendo».

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