Malore in albergo, muore nel sonno
PIEVE DI CADORE. Sembrava stesse ancora dormendo, riverso su un fianco, sotto le coperte. Solo dopo i ripetuti tentativi di svegliarlo l’amico, con cui era partito per una vacanza in Cadore, si è reso conto che non respirava più.
È morto nel sonno, stroncato da un improvviso malore, il 43enne Carlo Chiesa, residente a Lavarone, il cui corpo senza vita è stato rinvenuto poco dopo le 9 di ieri nel letto della camera che aveva affittato al secondo piano dell’Hotel Giardino, in via Carducci.
Il turista trentino aveva prenotato la camera su Internet, pochi giorni prima di raggiungere Pieve di Cadore, domenica pomeriggio. In albergo si era presentato con un amico della provincia di Roma e con lui, dopo aver sistemato le valigie nelle rispettive stanze, era uscito per un giro in paese, rientrando la sera. Ieri mattina il turista romano si è presentato intorno alle 9 al piano terra, per la colazione. Non vedendo arrivare l’amico ha chiesto sue notizie al personale, che gli ha però riferito che il 43enne non era stato visto uscire dalla sua camera al secondo piano. Inutile ogni successivo tentativo di farsi aprire la porta della stanza, che risultava chiusa dall’interno. Nessuna risposta nemmeno al telefono. A quel punto è stata informata la contitolare della struttura, che è finalmente riuscita ad aprire la porta della camera di Chiesa. Una volta entrato l’amico ha prima provato a chiamare il 43enne, poi ha cercato di scuoterlo. Solo a quel punto si è compresa la tragedia, con l’immediata telefonata al 118.
Giunto sul posto, il personale medico del vicino ospedale, distante solo alcune centinaia di metri, non ha potuto far altro che constatare l’avvenuto decesso del turista trentino.
Intervenuti anche i carabinieri della stazione di Pieve di Cadore che, dopo aver rinvenuto nella camera d’albergo alcune confezioni di farmaci, si sono messi in contatto con il medico curante del deceduto, non escludendo in un primo momento anche un tragico gesto di disperazione. Ipotesi subito scartata: il medico che aveva in cura il 43enne (con un passato difficile, am da anni rimessosi in carreggiata) ha infatti confermato la prescrizione dei medicinali, chiarendo come anche una loro eccessiva assunzione non comporti particolari pericoli per la salute.
Il corpo di Carlo Chiesa, figlio di un noto albergatore di Lavarone e da tempo ben inserito in un programma di lavori socialmente utili, rimane per il momento a disposizione dell’autorità giudiziaria, che ha disposto l’autopsia per accertare le cause del decesso.
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