Maltempo, si allunga la lista dei danni
FELTRINO. Era dall'alluvione del 1966 che l'ambiente non subiva un colpo così duro. Messi in ginocchio dal maltempo che domenica ha flagellato il territorio, i Comuni ora lottano per rialzarsi e la Cmf si fa carico di raccogliere le segnalazioni dei municipi per inoltrarle alla Regione. L'emergenza più grave a Quero, dove la frazione di Cilladon è sempre isolata, per liberarla ci vorrà almeno una settimana e ogni giorno che passa si complicano le cose per gli abitanti, non ultimi i problemi per le scorte di cibo, anche per il bestiame di un'azienda agricola. Feltre invece, che già lunedì ha chiesto lo stato di calamità, deve fare i conti con le criticità diffuse ovunque e adesso cerca di attivare la procedura di somma urgenza per alcuni interventi prioritari. In particolare il fronte del Tomatico si era trasformato in un fiume lungo un chilometro da Tomo a Sanzan che ha trascinato detriti sui prati e ogni canalone scaricava centinaia di metri cubi di materiale, portandosi via tutto quello che c'era sotto.
Una rimessa a Villaga è diventata quasi pensile dopo che l'acqua ha eroso la terra e stanno emergendo continuamente nuove segnalazioni: emblematico lo scantinato allagato di un condominio al Boscariz con tre auto in garage più il deposito di un'attività elettrica, mentre una famiglia residente a San Paolo dichiara che i figli hanno paura di entrare in casa per lo spavento preso. Per avere un quadro complessivo, il Comune ha inserito sul sito internet un avviso alla popolazione con la possibilità di scaricare il modulo per l'indicazione dei danni, sia alle proprietà private che alle infrastrutture pubbliche come strade e tombini, in una forma di collaborazione che l'amministrazione spera di estendere alla manutenzione ordinaria.
L'idea è creare un sistema per accogliere contributi di volontariato da parte della cittadinanza, comitati spontanei ad esempio, visto che da parte sua l'ente fatica persino a pulire tutte le strade dalle foglie. «La capacità di manovra per le opere pubbliche è zero», allarga le braccia l'assessore Adis Zatta. «O verranno liberate risorse nuove, oppure il presidio attivo e la mitigazione del rischio non riusciamo più a farli». Mancano soldi e personale: «A forza dei tagli dello Stato sui Comuni, si arriva alla situazione di non avere uomini», tuona il sindaco Paolo Perenzin. Altra cosa, «se le opere fanno parte del Patto di stabilità, dovremo stare fermi. Spero nella deroga, ma quello che oggi capita nell'emergenza alluvione lo verifichiamo ovunque: serve fare un'azione politica molto forte». Quanto all'asilo del Pasquer, chiuso da lunedì dopo assere stato sommerso dall'acqua e invaso dal fango, la buona notizia è che i bimbi rientrano oggi nell'ala storica, quella cattiva è che la parte nuova è ancora inagibile.
Scendendo verso il Basso Feltrino fa ancora impressione la massa di terreno scesa dal fianco della montagna riempiendo la Sr 348 all’altezza di Sanzan. Ora le camionate di terra sono depositate nella piazzola di sosta lungo il vicino rettilineo e la occupano quasi interamente. Addirittura drammatica la situazione della strada che porta alla frazione querese di Cilladon. Un pungo di case dove abitano una quindicina di persone e dove opera un’azienda agricola. Attualmente si si può arrivare a piedi, al massimo con il motorino. La pioggia ha provocato il cedimento del costone che reggeva la strada. Metà carreggiata non esiste più. Il resto sembra instabile e i lavori si annunciano difficoltosi e molto costosi. Ecco spiegata la scelta di mettere mano alla strada silvo pastorale che si trova a monte del punto dove si è verificata la frana. Oggi i tecnici della Provincia dovrebbero visionare la situazione e organizzare il cantiere. Per i residenti un disagio in più oltre a quello di vivere in un luogo bello quanto impervio. (sco) (r.c.)
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